Elio Petri – Il bello e il cattivo tempo
Il bel tempo di una nuova band
Due parentesi in meno (quelle che abbracciavano la “e” di Petri), qualche compagno di viaggio in più: quello che era il progetto solista di Emiliano Angelelli si trasforma in una band e si presenta al pubblico nella sua nuova veste con “Il bello e il cattivo tempo”, album pubblicato per la neonata Cura Domestica.
Cantautorato pop elettrico non privo di sprazzi di originalità, il nuovo corso degli Elio Petri sembra strizzare l’occhio ora ad una certa new wave italiana anni ’80, ora ad ambientazioni dal sapore retrò che, anche se con modalità diverse, rievocano le prime intuizioni da Sussidiario baustelliano. L’impronta personale, però, c’è ed è viva.
“Il bello e il cattivo tempo” possiede, infatti, il pregio di non cadere nella fredda rielaborazione di modelli altrui mantenendo, nel bene e nel male, un proprio tratto distintivo. L’avvio dai toni soft con “Il disprezzo”, nonostante qualche eccessiva ridondanza riesce bene a calare l’ascoltatore nell’atmosfera generale dell’album sospesa tra eleganza e visionarietà, con quest’ultima a far capolino tanto in alcune soluzioni sonore quanto nella componente testuale.
Brani come “Vipera” o “Bruco” rendono bene l’idea dell’imprevedibilità degli Elio Petri in fase di scrittura, spesso facendo ricorso a frasi brevi, immagini metaforiche e ripetizioni in loop simil-filastrocca, così come altri episodi (“Ti farò soffrire” e “Blues”, per esempio) evidenziano un certo eclettismo nel mescolare registri musicali diversi anche all’interno dello stesso pezzo, e se qualche passaggio risulta un po’ più debole (“Alga” e “Mascella” non lasciano particolarmente il segno), questo non sembra inficiare la resa complessiva dell’album.
Arricchito dalla presenza di ospiti di rilievo come Theo Teardo (ne “Il disprezzo”, “Bruco” e “Ti farò soffrire”) e Marco Parente (nella variopinta traccia di chiusura “Capra astrale”, che spiccherà come uno dei momenti migliori del disco), “Il bello e il cattivo tempo” riesce infatti a ritagliare un interessante spazio per la band di Angelelli e soci, forse non ancora dai contorni pienamente definiti ma di sicuro imperniato su un discorso che potrà dare buoni frutti.