Dragged Across Concrete è un thriller poliziesco diretto da S. Craig Zahler e presentato in anteprima fuori concorso alla 75ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; in Italia è stato acquistato da Adler Entertainment, che però non ha ancora comunicato la data di uscita.

I protagonisti sono due poliziotti: Brett Ridgeman (Mel Gibson) e il suo partner Anthony Lurasetti (Vince Vaughn). I due, mentre arrestano uno spacciatore in modo violento, vengono ripresi dalla videocamera di un vicino e mostrati al telegiornale. Così si ritrovano sospesi dal lavoro e con la vita distrutta. I poliziotti, avendo bisogno di soldi per sostenere le loro famiglie, si fanno coinvolgere da criminali a cui vogliono rubare il bottino, ma questa missione si trasformerà in qualcosa di molto pericoloso.

Ciò che colpisce di più del film è la fotografia con i suoi colori scuri e gli ambienti bui e claustrofobici che prevalgono sugli ambienti più luminosi. È una fotografia che riflette le situazioni delicate e dolorose che ogni personaggio si trova ad affrontare.

Particolare è anche la solida sceneggiatura che risulta ricca di intrighi e conforme alla durata del film, che riesce a catturare così lo spettatore.

La regia è semplice, pulita e lineare ed è accompagnata da un ritmo molto lento che però nel finale cambia, diventando più veloce: è senza dubbio una scelta coraggiosa considerando il genere di provenienza del film, quello d’azione, che solitamente ha ritmi rapidi costanti. Nel film però, risulta necessaria e ben riuscita.

Zahler utilizza la lunga durata del film per inserire personaggi secondari apparentemente insignificanti, di cui solo in seguito si nota la loro importanza per l’andamento della trama e per la parte finale del film, più intensa e dinamica. Sono proprio questi personaggi secondari ad innalzare la riflessione che il regista pone all’interno del suo film sulla psicologia e sul mondo, che richiama quello dei giorni nostri, ricco di cattiverie, ingiustizie e difficoltà presenti nella vita di ciascun personaggio, creando un meccanismo di frequente tensione in tutta la vicenda.

L’esempio principale di come i personaggi secondari si rivelano poi fondamentali e di come gli intrecci di trama sono ben funzionanti è la storia di Kelly Summer (Jennifer Carpenter), una donna da poco diventata madre che non vuole andare a lavoro per non separarsi dal figlio, e che viene inserita all’interno della trama di base per dare maggiore drammaticità e complessità all’intero film pur essendo un personaggio poco presente.

La narrazione è caratterizzata da un forte pessimismo al quale sono contrapposti sia i toni ironici e grotteschi dell’insolita coppia, e sia i toni provocatori e spesso pesanti che portano lo spettatore a pensare al posto in cui vive e alla gente che lo circonda.

La violenza rappresentata però è prevalentemente psicologica, infatti nelle scene delle sparatorie non viene accentuata, a dimostrazione del fatto che ciò che interessa al regista è scavare nel profondo dei personaggi e delle loro vite, e questa scelta è sostenuta dai frequenti dialoghi presenti lungo tutto l’arco della pellicola, che permettono al film di essere molto diverso dagli altri appartenenti allo stesso genere.

Degno di nota è anche il cast eccezionale, in grado di immedesimarsi benissimo nei singoli personaggi, assumendo tutte le loro caratteristiche e sembrando così molto naturali.

In conclusione, con i frequenti campi lunghi e medi che elaborano ancora di più la fotografia, con gli inseguimenti e appostamenti tipici del genere, con i personaggi ben caratterizzati e con un finale esplosivo che vede nei soldi il macguffin di questa avventura, Dragged across concrete si rivela un’opera inaspettatamente interessante e ben realizzata che rende giustizia all’intera sceneggiatura, complessa ma bella, e che al poliziesco e all’azione intreccia temi come il razzismo, il dolore e la brutalità.