DeBrevitateEstate. “Pedro Felipe”
Per il DeBrevitateEstate, l’esordio (e il mare) di Emanuele Tirelli in una storia di vita, paure e legami familiari
Pedro Felipe, protagonista dell’omonimo romanzo di Emanuele Tirelli, ha sette anni quando suo padre gli annuncia che devono lasciare la Spagna. La malattia della nonna materna richiede il trasferimento a Milano. Un brutto distacco, segnato da un cartello, semplice e vero, dei compagni di classe: “Pedro va a Milano, pero es siempre español”.
La vita in Italia procede meglio del previsto. Il rapporto con sua cugina Marta diventa subito molto saldo, e forte di questo nuovo legame Pedro cresce senza tuttavia perdere le sue radici spagnole. Da adolescente comincia a frequentare il bar malfamato del Muchacho, che a sua volta ha lasciato la penisola iberica. Un giorno conosce Claudia, figlia dell’uomo, e si innamora. Il cancro impone un nuovo lutto in famiglia e, poco dopo, Pedro decide di tornare a vivere in Spagna insieme a Claudia. Il Polve, il suo vecchio quartiere, li accoglie con un clima che nulla ha a che vedere con i ricordi dell’infanzia assolata e spensierata. Ma Pedro è pronto a costruirsi una vita e ad essere felice. Forse.
Tra l’Italia e la Spagna, Pedro cerca una propria dimensione. Ma pur essendoci, sulla carta, tutti i presupposti per la felicità, un’ansia apparentemente immotivata lo attanaglia. Pedro Felipe pensa, indaga dentro di sé, Pedro Felipe non nasconde a se stesso i propri difetti. Pedro Felipe commette errori, non sempre sa fare la cosa giusta, si dice pusillanime, imbranato. Pedro Felipe è un ragazzo come tutti, che come tutti elabora le parti buie dell’esistenza con i suoi tempi, e come alcuni, rimuove i timori allontanandosene fisicamente.
Emanuele Tirelli, nel suo romanzo d’esordio, tratteggia pagine divise tra due nazioni, in cui tutto il mondo è quartiere, senza cedere alla comodità degli stereotipi sia per l’immagine di Madrid, che per quella della vita milanese. La storia si intesse delle riflessioni di Pedro, che scandaglia il suo animo, riflette sulla natura umana e ci dimostra come la sofferenza e le paure abbiano tempi e modalità che sono insieme uniche, personali, comuni e universali. Il romanzo rientra nella collana “Singoli” di Caracò, una piccola casa editrice con una forte attenzione alla componente etica e ambientale. Nel bel progetto grafico, curato da Carmine Luino, prepondera un mare che nel romanzo incombe con la sua assenza. Emanuele Tirelli ha saputo raccontare con delicatezza le paure, i non detti che sempre ci sono nei rapporti di coppia e in quelli tra parenti, e la facilità di certe scelte, al confine tra un bene e un male che non hanno linee di demarcazione nell’indicare il lato giusto e quello sbagliato.
- Genere: Romanzo