Arti Performative

Daniele Timpano – Aldo Morto

Bibiana Di Francia

Recensione dell’ultimo lavoro di Daniele Timpano, fresco vincitore del premio Rete Critica 2012

Un drammaturgo e un attore nato negli anni ’70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale. Partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, un trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, Daniele Timpano si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo. In scena solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa senza alcuna delicatezza e senza alcuna retorica o pietismo. Anzi, si può dire che l’obiettivo dell’autore sia proprio quello di smantellare, in tutte le sue sfaccettature, il complesso sistema retorico che ha accompagnato i numerosi tentativi di costruzione della realtà storica da quarant’anni a questa parte. Timpano sembra abbia elaborato un lungo studio semiotico che porta in scena utilizzando, con un ritmo crescente e schizofrenico, tutto il simbolismo, le icone e le categorizzazioni di cui è pieno il ventennio rivoluzionario, arrivando, con una spiccata ironia, e con l’utilizzo di numerosi riferimenti al boom culturale di quegli anni (da Pasolini a Lolli fino a Celentano) a decostruire e dissacrare insieme, come una sorta di blob televisivo, un patchwork sensoriale, l’icona di cui si è servito il mainstream politico e mediatico del tempo, con cui ancora oggi ci ritroviamo, nostro malgrado, a fare i conti. Partendo da quel punto di vista in cui lo “Stato” ha avuto la meglio sui sovversivi venendo meno, però, alle libertà democratiche, Timpano comincia dall’indossare i panni del figlio di Moro, passando per il cronista che racconta ai telespettatori l’accaduto, fino a interpretare satiricamente la brigatista Adriana Falandra che fa la promozione del suo libro, ma senza tralasciare i punti oscuri del contesto storico come l’utilizzo della tortura nelle carceri o il confronto della figura dell’operaio di oggi con quello di allora “che ancora ti capitava di incontrare per strada”. Sin dalle prime battute ci si rende conto che in fondo di Aldo morto non importa niente a nessuno, né tantomeno a Daniele Timpano, il cui intento è quello di smascherare in un’ora e mezza tutte le contraddizioni di un Italia soffocata da un’incessante omologazione mediatica, ormai prevedibile e sempre uguale a se stessa.


Dettagli

  • Titolo originale: Aldo Morto. Tragedia.

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