Air @ Prato – 06/09/2016
“Settembre Prato è spettacolo” è la rassegna musicale che la città toscana promuove per il secondo anno di seguito nella suggestiva cornice del centro storico, a due passi dal duomo. L’evento, che prolunga illusoriamente l’estate, si tinge di colori e suoni ancora caldi. Sul palco arrivano artisti di fama internazionale, astri nascenti come i Public Service Broadcasting, o gruppi la cui notorietà migliora col tempo (AIR). Il connubio del ‘nuovo’ che si fonde con il ‘vecchio’ funziona perfettamente e investe il pubblico di aspettative che a fine serata risulteranno più che soddisfatte.
I PSB, duo britannico electro-funk con soli due album all’attivo, sono il gruppo spalla degli AIR, anche se formano egregiamente un corpo a sé stante. I pezzi trascinanti e fluttuanti tratti da The Race For Space (2015) accompagnano la prima parte della serata, rievocando, come suggerisce il titolo, l’idea retrofuturista della conquista dello spazio. Immagini spaziali, infatti, scorrono costantemente sullo schermo del palco mentre synth, voci fuori campo e distorsioni sonore giocano come un saliscendi con l’adrenalina del pubblico (Sputnik, Gagarin, Go!, per citare alcuni titoli).
Poco dopo le 23:00, fanno il loro ingresso sul palco gli AIR; i sei anni dall’ultima performance italiana non arruginiscono la qualità della performance di Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel, che consacrano la loro carriera ventennale con la pubblicazione di Twenyears, un’antologia contenente i pezzi che li hanno resi icone del French touch. Elegantemente vestiti di bianco, si amalgamano con le tonalità accese e vivaci delle coreografie scelte: tre specchi messi in fila e riflettenti i dettagli e le luci della città antistante. Dunckel alle tastiere e Godin al basso entrano in medias res nell’esibizione, rendendola breve (non più di un’ora di concerto) e intensissima. Si comincia con le celebri Venus e Cherry Blossom Girl (Talkie!Walkie!, 2004); si prosegue con i capisaldi di Moon Safari: la geometrica e solare Remember e la sensualissima Talisman si alternano al tocco delicato di una versione strumentale di Playground love (a ricordarci che gli AIR entrarono finanche nelle ‘grazie’ del cinema d’autore, curando le colonne sonore dei film di Sofia Coppola); omaggiano magistralmente il loro secondo lavoro con Don’t be light e How does it make you feel?, in cui la sinuosità del vocoder sembra essere in grado di abbracciare le emozioni del pubblico. Infine si ottiene perfetta sincronia tra fruitore e ascoltatore con la fischiettante Alpha beta gaga e con la roboante Kelly watch the stars, sulla quale si leva un coro unanime. Tra applausi e sorrisi si converge verso il finale: la piazza esplode sulle note di Sexy boy, il pezzo che attestò la nascita dell’easytronica e su quelle di La femme d’argent, squisitamente sofisticata.
In una sera di fine estate, nel pratese, sono stati raggiunti i canoni della bellezza degli AIR: A(mour) per la dolcezza, I(magination) per la leggiadria e R(êve) per l’evocazione.