#comunicadanzaAOSTA: lo sguardo ‘social’ del festival T*Danse
Tra le azioni di audience engagement messe a punto dal festival T*Danse – Festival Internazionale della Nuova Danza di Aosta, un’importanza centrale ha assunto la collaborazione con il Liceo Artistico del capoluogo valdostano. Oltre al progetto di alternanza scuola-lavoro durante il quale gli studenti hanno partecipato al lavoro dello staff negli ambiti della performance artistica, della tecnica, dell’allestimento, della produzione, dell’accoglienza e della comunicazione, e attraverso cui hanno assunto il ruolo simultaneo di spettatori e protagonisti del Festival, si è voluto dirigere lo sguardo sulla promozione ‘social’, con il progetto #comunicadanzaAOSTA ideato e condotto da Simone Pacini, fondatore di “fattiditeatro”.
Sono tre anni che Simone Pacini conduce il laboratorio sull’utilizzo creativo di Instagram ad Aosta, tra gli spazi del Liceo Artistico e della Cittadella dei Giovani di Aosta, quartier generale del festival T*Danse. Il progetto ha coinvolto circa cinquanta studenti nella visione degli spettacoli, nella partecipazione alle Masterclass tenute dagli artisti ospiti e nell’acquisizione di adeguate strategie di comunicazione di un evento artistico. L’attenzione alla comunicazione “social” diventa con #comunicadanzaAOSTA persino un contest, di cui domenica 27 ottobre si è svolta la cerimonia di consegna premi.
Quest’anno la giuria ha deciso di attribuire due Menzioni speciali oltre ai premi ufficiali: quella al team “@artedietrolequinte” «per il lavoro di squadra e la freschezza pop del linguaggio» e a “@mecem_04”, «per la creatività con cui ha saputo attraversare un’installazione artistica». Per la prima volta, visto l’incremento dell’utilizzo delle stories rispetto alla scorsa edizione, è stato assegnato il Premio Speciale Stories, a “@chloe_trento”, «per il piglio con cui ha approcciato il mezzo di comunicazione delle stories, documentando con cura e tempestività gli eventi del festival».
Hanno vinto ex aequo Sara Galia, “@_s.galia”, «per la capacità di raccontare secondo un punto di vista originale le fasi di backstage e le masterclass del festival» e Micol Trapani, “@micol_04”, «per aver descritto minuziosamente sensazioni personali, con testi avvincenti e legati con puntualità alle immagini».
Qualche giorno prima, abbiamo intervistato due partecipanti: Micol, poi vincitrice ex aequo, e Rossella. Entrambe frequentano la seconda classe del liceo.
In che cosa consiste #comunicadanzaAOSTA?
M: È un progetto che consiste nel conoscere vari modi per comunicare e divulgare vari stili di danza, far comprendere alle persone di che cosa parla uno spettacolo e il messaggio che l’artista intende trasmettere al pubblico. Gli artisti ospiti a T*Danse vengono da ogni parte del mondo e si fermano qui alla Cittadella dei Giovani di Aosta non solo per danzare, ma anche per trasmettere la loro cultura. La danza è, infatti, intesa come rito che riporta alla dimensione originaria del corpo e al loro retroterra geografico e culturale.
T*Danse è un festival che unisce danza e nuove tecnologie. In che modo gli spettacoli che avete visionato sono stati un esempio di questa relazione?
R: Abbiamo visto uno spettacolo in cui un danzatore comunicava con il pubblico attraverso Facebook, dando a ciascuno spettatore uno smartphone su cui inviava foto e video dei suoi lavori mentre danzava. Questo ci ha trasmesso molte emozioni e ci ha fatto capire che Facebook è uno strumento utile per dire qualcosa.
Siete giovanissime e già bene avvezze alle tecnologie grazie all’uso di social media. Cosa vi ha dato in più questo laboratorio rispetto alle vostre conoscenze pregresse?
M: Abbiamo compreso “come” comunicare. Ci è stato proposto un concorso che consiste nel postare foto e video che trasmettessero qualcosa di simbolico e rappresentativo degli spettacoli, delle prove e delle Masterclass cui abbiamo assistito. Abbiamo imparato che le immagini sono importanti ma lo sono ancor di più i testi che le accompagnano. Non bastano citazioni di autori famosi, magari scontate. Piuttosto, abbiamo cercato di accostare i contenuti multimediali a pensieri più personali ed emozionali. Siamo stati stimolati a ricercare qualcosa di nostro.
C’è stato uno spettacolo o una Masterclass che vi ha maggiormente colpito e che siete riusciti a comunicare meglio?
R: Sicuramente lo spettacolo “M²” dei Dynamis, gruppo di ricerca teatrale romano. Si tratta di uno spettacolo comico ma con una morale ben precisa, visti i riferimenti a problemi molto attuali come l’immigrazione, il riscaldamento globale e il sovraffollamento della popolazione. Si tratta di temi che normalmente vengono trattati con un velo di tristezza e che invece sono stati veicolati con un sorriso e con leggerezza.
Che esperienza di danza avevate prima del festival? È cambiato il vostro modo di guardare uno spettacolo di danza?
M: Abbiamo esperienze varie di danza contemporanea, hip hop e dance hall. Con T*Danse ci siamo innamorate di tutti gli stili. I danzatori ci hanno trasmesso tanto. Durante le masterclass gli artisti ci hanno dato degli assaggi della loro tecnica e sicuramente anche qualcosa della loro personalità. È stato bello vedere stili e tecniche nuovi ma soprattutto le diverse espressività che assumono i danzatori di un gruppo pur eseguendo gli stessi passi. Durante uno spettacolo, adesso prestiamo certamente molta più attenzione: alla tecnica tanto quanto all’espressività.