Arti Performative

Compagnia Virgolatreperiodico – Oscar W.

Marcella Santomassimo

La Casa delle Culture a Trastevere riporta in cartellone Oscar W.; l’esteta, l’individualista, l’artista, l’amante, il marito. Figura discussa e mai del tutto svelata dell’epoca vittoriana.

Per chi decide di andare a vedere il teatro di lunedì sera non è che ci sia molta scelta. La maggior parte delle sale teatrali romane restano chiuse. Quelle più piccole invece no. Ci provano. Ed è così che avviene qualcosa di magico, che sembra succedere sempre più raramente, e in questo magma ben variegato capita, a volte, di fare scoperte interessanti, di entrare in una sala, di quelle nere, senza il sipario né poltroncine rosse e di non volerne più uscire. La Casa delle Culture a Trastevere riporta in cartellone Oscar W.; l’esteta, l’individualista, l’artista, l’amante, il marito. Figura discussa e mai del tutto svelata dell’epoca vittoriana.

Sul palcoscenico una poltrona, un baule con libri e fiori sparsi e un separé, una “quinta pieghevole” e mobile di tappezzeria pregiata ma rovinata, abbandonata, quasi un primo segno di decadenza. La compagnia VirgolaTrePeriodico prende Wilde di petto, lo affronta senza scrupoli né paura di cadere nella facile trappola dell’interpretazione banale, sfiorandola più volte ma schivandola con leggerezza e, come di certo si confà al personaggio centrale della pièce, con eleganza. Mariagrazia Torbidoni in scena ed Andrea Onori alla regia ci prendono per mano, ci guidano alla scoperta di una personalità complessa ma ben delineata, studiata così a fondo da poterne riprodurne ormai i vezzi e gli aforismi preferiti, dosandoli e utilizzandoli al momento giusto. Incontriamo il dandy per eccellenza nell’intimità delle sue stanze, intento ad adulare se stesso e a scartare baci Perugina per poi lanciarsi alle spalle pezzetti di poetica di carta. Fa la sua comparsa in scena abbigliato con un classico gilè grigio dal quale si può intravedere un’appariscente t-shirt blu che riporta la scritta “Barilla”; un gioco, una provocazione, un primo contrasto forte tra l’apparire e l’essere. Si parte così alla scoperta del personaggio, della sua opera, della sua personalità eccentrica e accentratrice, delle figure che hanno affollato la sua vita, contribuendo a portarla al declino. La sua intera esistenza sembra essere riconducibile alle sue opere: dal grido di passione di Salomè alla follia di Dorian Gray, fino alla profonda umanità de La Ballata del Carcere di Reading. Tutto è ben inserito e strutturato in questo Oscar W. con evidente costruzione geometrica, animato dalla passione e dal talento della Torbidoni, unica attrice in scena. Dà voce e corpo ai vari personaggi che si alternano nelle stanze e nella vita di Wilde, dal suo amante Bosie a sua moglie Costance, al padre del suo amante il marchese di Queensberry, all’avvocato che lo porterà alla rovina. Coinvolge il pubblico in un singolare processo fatto di domande a quiz, con tanto di possibilità di chiedere l’aiuto del pubblico in sala. È una storia che sappiamo già come va a finire: Wilde verrà incarcerato e condannato ai lavori forzati per sodomia e scriverà uno dei più suoi più bei testi poetici. Le sue parole risuonano vive e forti nella piccola sala nera: “ogni uomo uccide ciò che ama: il codardo lo fa con un bacio, l’uomo coraggioso con la spada”. 

Oscar W. non è solo una pièce, che sarà presentata come matinée alle scuole superiori dal 2 al 6 dicembre, ma anche un progetto didattico dedicato allo studio e all’approfondimento della figura di Oscar Wilde che prevede un laboratorio teatrale pratico per gli studenti. Di lunedì si fanno le scoperte migliori, quelle belle. Quelle che però quando torni a casa ci ripensi e ti chiedi: perché poi solo di lunedì?


Dettagli

  • Titolo originale: Oscar W.

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