CinqueStelle. Il meglio del 2015 di Fausto Vernazzani
Il meglio del 2015 nel cinema internazionale secondo lo staff di Scene Contemporanee.
L’anno dei numeri, l’anno delle previsioni. Il 2015 è stato dominato dalle analisi del box-office e dalla dicotomia Cina – Stati Uniti d’America. La discussione sui mercati emergenti ha fatto il suo definitivo ingresso nell’ambito cinematografico col ribaltamento di Febbraio, quando una stringa di titoli cinesi d’impatto ha portato la Repubblica Popolare a superare gli USA come incassi. È stato un anno guidato da tonnellate di kolossal, da Furious 7 a Monster Hunt, da Star Wars a Jurassic World.
I blockbuster non sono stati però gli unici, in Italia, anche se arrivati con notevole ritardo, abbiamo avuto Vizio di forma di Paul Thomas Anderson, il capolavoro russo Leviathan di Andrei Zvyagintsev, il Calvario di John Michael McDonagh, lo splendido tedesco Il segreto del suo volto di Christian Petzold, ma anche gli ottimi titoli italiani come Mia madre di Nanni Moretti – il miglior film del 2015 secondo i Cahiers du Cinema. Per questa lista ho preferito però concentrarmi sul personale e, soprattutto, sul nuovo. Iniziamo.
1. Taxi Teheran, un’ulteriore occasione per gridare al capolavoro grazie a Jafar Panahi. Il regista iraniano è arrivato al terzo film girato in clandestinità con mezzi inesistenti e il solo aiuto degli amici, dimostrando una sensibilità e creatività fuori dall’ordinario. Nel suo viaggio meta-cinematografico riesce a condividere col pubblico la rabbia, il disagio, l’amore per il cinema e la voglia di combattere l’ingiustizia.
2. The Lobster è uno Yorgos Lanthimos privato della sua Grecia, non della sua severità. La violenza è lì, palpabile, nascosta agli occhi, non all’immaginazione, grande assente dalla vita dei protagonisti del film, impacchettati in una realtà alternativa dove gli obblighi sociali sono un vero e proprio incubo. Se solo gli attori avessero avuto un ruolo meno prominente, Lanthimos sarebbe ancor più in alto in classifica.
3. Il racconto dei racconti è stato descritto come un film in inglese e star internazionali girato al solo scopo di fare incassi facili. Niente di più lontano dalla verità, il regista romano Matteo Garrone ha sfidato platee nostrane e straniere con un’opera che non accetta compromessi e racconta le fiabe di Giambattista Basile con la stessa fermezza con cui ha raccontato la cruda verità in Gomorra e Reality.
4. Crimson Peak, un insuccesso di marketing. Il contrario sotto molti altri aspetti: il regista Guillermo Del Toro punta come suo solito all’intrattenimento, ma per arrivarci attraversa la storia del gotico – cinematografico e letterario -, dando modo allo spettatore di immergersi nelle suggestioni che lo hanno portato a costruire il film. La quantità di dettagli fa sì che ogni nuova visione sia diversa.
Al di là dei film in sé, il 2015 è stato l’anno degli incroci: il cinema e la televisione, ma soprattutto il web, si incastrano l’uno sull’altro in ordine sparso. Il su citato Paul T. Anderson ha lanciato il suo primo documentario sulla piattaforma online Mubi e su YouTube il videoclip per Joanna Newsom, idem Xavier Dolan con la pop star Adele, mentre Netflix si è unito al Marvel Cinematic Universe della Disney, sia cinema che televisione. Il mercato si è ampliato, i soggetti destinatari e i mittenti agiscono su piani multipli e il futuro non fa che avanzare in questa direzione. Pochi giorni fa Netflix ha aperto i giochi in altre 190 nazioni e aggiunto nuove lingue tra cui il cinese, in Italia VVVVID ha avviato un progetto di anteprime gratuite e MyMovies Live ha dato vita a un Yasujiro Ozu restaurato completando l’opera distributiva della Tucker Film. Sono anni in cui la multimedialità sta prendendo vita e i vantaggi sembrano essere innumerevoli.