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Blanco en Blanco (White on White)

Gaia Apicella

Nella sezione Orizzonti di Venezia76 è stato presentato Blanco en Blanco (White on white) di Théo Court, un film drammatico con tinte tipiche del western, che contiene un riferimento a un contesto storico ben definito ma non trattato direttamente nel racconto.

Partiamo dalla vicenda narrata: siamo all’inizio del ventesimo secolo quando Pedro (Alfredo Castro) arriva nella Terra del Fuoco, un luogo violento e inclemente, per fotografare il matrimonio di un potente proprietario terriero di nome Porter. La sua futura moglie Sara (Esther Vega), ancora una bambina, diventa l’ossessione di Pedro. Nel tentativo di catturare la sua bellezza, egli tradisce le forze del potere che dominano queste terre. Pedro viene scoperto e punito; impossibilitato a fuggire, viene costretto a diventare complice della realizzazione di una nuova società che sorge dal genocidio del popolo Selknam.

Come è comprensibile dal titolo a dominare ogni scena è il colore bianco, fin dall’inizio del film nei paesaggi innevati, di forte impatto grazie ai colori realistici e all’accompagnamento dei rumori della natura e degli oggetti.
Si noterà in seguito che l’ambientazione è uno dei punti centrali del film sia perché riprende perfettamente il titolo e sia perché diventa il fulcro di ogni fotografia scattata dal fotografo nel corso del film, già a partire dalla prima foto scattata a Sara, quando dice che la stanza dove deve lavorare è troppo buia.
Altra tecnica visiva interessante è quella utilizzata in alcune scene per unirci all’occhio del fotografo facendoci guardare l’ambiente e i soggetti attraverso l’obiettivo che restituisce immagini dal colore seppia, espediente apprezzabile e che pone la fotografia come ulteriore elemento centrale dell’intero film.
Questa centralità della fotografia viene confermata dalla costante ricerca della bellezza da parte del fotografo per rappresentarla attraverso la sua arte.
Infatti, vedendo che non viene pagato per le foto scattate a Sara fino al matrimonio, si ritrova a dover continuare a lavorare facendo foto al servizio delle persone che erano dietro al genocidio del popolo Selknam.

Così, improvvisamente, si passa dalla rappresentazione della purezza che sicuramente richiama il titolo del film e che si trova all’interno di Sara, alla documentazione del massacro e delle atrocità. E proprio in questo caso vediamo la continua ricerca della bellezza da parte del protagonista, con i suoi continui tentativi nel catturare la luce giusta e nel posizionare i protagonisti nel modo più adatto.
Attraverso i ritratti della bellezza nelle foto di ogni soggetto, caratterizzati da uno stile realistico, e i suoni utilizzati, il regista riesce a creare una tensione forte che accompagna l’intera opera.
Il film tuttavia si perde a causa di alcuni problemi nella sceneggiatura, che poteva essere approfondita meglio e invece risulta carente e incompleta.

Blanco en Blanco, nonostante i difetti nella sceneggiatura, è un film interessante e risulta comunque non pesante grazie all’ottima fotografia che ha assoluto potere su tutto il resto, alla tecnica ben utilizzata, e alle interpretazioni degli attori, tutti bravissimi, tra cui spicca con una solida e forte interpretazione Alfredo Castro che, pur essendoci pochi dialoghi nel film, conferma la propria bravura.

 


  • Diretto da: Théo Court
  • Prodotto da: José Alayón, Marina Alberti, Giancarlo Nasi, Andreas Banz, Eva Chillon
  • Scritto da: Théo Court, Samuel Delgado
  • Protagonisti: Alfredo Castro, Lars Rudolph, Lola Rubio, Esther Vega, Alejandro Goic, Ignacio Ceruti
  • Musiche di: Jonay Armas
  • Fotografia di: José Alayón
  • Montato da: Manuel Muñoz Ruiz
  • Casa di Produzione: El Viaje Films, Quijote Films, Kundschafter Filmproduktion, Pomme Hurlante Films
  • Data di uscita: 03/09/2019 (Venezia)
  • Durata: 100 minuti
  • Paese: Spagna, Cile, Francia, Germania
  • Lingua: Spagnolo, Inglese

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