Il meglio del 2012: La Top Ten di Marina Niceforo
Il meglio di tutto ciò che riguarda il Cinema del 2012 secondo Marina Niceforo
Nessuno ha la lucidità e l’obiettività per stilare una classifica sul meglio del cinema del 2012 senza essere necessariamente influenzato dai gusti personali, dalle proprie conoscenze e dai propri limiti di vedute. Chi non lo ammette è destinato inevitabilmente al linciaggio via web da parte dei fan di questo o quell’altro film/attore/regista che si sono visti esclusi dalla classifica in questione, presentata come la più eminente ed autorevole in materia.
Questa “lista numerata”, invece, vuole essere semplicemente una delle tante per ricordare qualcosa dell’ormai fuori programmazione 2012 cinematografico, tra film, tendenze, e momenti importanti.
10 – The Space Extra: la programmazione al cinema di speciali musicali, documentari, film eccellenti del passato, di opera e balletto, non è una novità; già negli anni scorsi, infatti, era capitato di sedersi in sala a vedere partite di calcio, concerti, o nuove versioni di vecchi lungometraggi. Nel 2012, però, questa tendenza diventa un intento programmatico da parte della catena di multisale per radunare spettatori scelti ad ogni “mini-evento”. Basti ricordare i due grandi film-concerto di Jimi Hendrix, Hendrix 70. Live at Woodstock, e dei Led Zeppelin, Led Zeppelin: Celebration Day, o il Magical Mystery Tour dei Beatles, alcuni dei titoli che hanno richiamato più fan in platea.
9 – Non rientrano propriamente tra i migliori, ma Channing Tatum e Magic Mike sono senza dubbio l’attore e il film preferiti da tutte le donne nel 2012. Preceduto da mesi di trepidante attesa, il ritorno di Steven Soderbergh al cinema non ha deluso le aspettative per gli occhi e per il cuore. Anzi, a sentire i commenti, molte spettatrici non si aspettavano neanche che ci fosse anche il cuore di Mike, e quello del suo amico Kid (Alex Pettyfer), sullo schermo oltre ai loro bei corpi. Al di là della parte estetica, infatti, colpisce anche la trama del film, per nulla stupida, anche se forse troppo poco approfondita. Ad ogni modo, inseriamo Magic Mike in classifica come momento simbolo dell’anno: come dimenticare i gruppetti di ragazze che hanno invaso i cinema d’Italia in quei giorni?
8 – Iniziamo la classifica vera e propria con Argo, terza prova da regista per Ben Affleck. Un argomento come quello del Canadian Caper – l’operazione di salvataggio di sei diplomatici statunitensi sfuggiti all’assalto all’ambasciata statunitense da parte dei rivoluzionari iraniani nel 1979 e rifugiati a casa dell’ambasciatore canadese – era un tema delicato, e Argo correva il rischio di diventare un film politico. Grazie alla sceneggiatura di Chris Terrio e all’impronta di George Clooney come produttore, la storia diventa quasi una satira sul potere di Hollywood come industria cinematografica, un mondo ai limiti del reale almeno quanto il falso film che il protagonista Tony Mendez mette in scena per salvare i sei ostaggi. Per il suo equilibrio interno, la strutturazione, e la cura della realizzazione, Argo merita sicuramente di essere ricordato tra i migliori film del 2012.
7 – Moonrise Kingdom di Wes Anderson. Uscito in Italia lo scorso Dicembre, ha suscitato da subito l’entusiasmo di critica e pubblico per la perfetta combinazione di elementi che ne fa inevitabilmente un film “indie”. Due adolescenti-contro con famiglie disfunzionali in fuga d’amore verso un angolo solitario di un’isola selvaggia; sulle loro tracce, una serie di personaggi improbabili – lo scout Edward Norton, il poliziotto Bruce Willis, Servizi Sociali Tilda Swinton – che tenta di mettere fine alla fuga “senza senso”. Ma se il senso di Moonrise Kingdom è la forza dell’amore, degli incompresi, degli outsiders, allora siamo grati ad Anderson per averlo comunicato così, con quello stile che abbiamo amato fin da I Tenenbaum, e che non smette di colpirci per la sua bellezza visiva e per la sua originalità.
6 – Vita di Pi, perché il cast non è tutto. Basta la buona reputazione che Ang Lee si è guadagnato negli anni con il suo modo elegante e poetico di raccontare per fare di questa storia un capolavoro: rinuncia a Tobey Maguire per non distrarre il pubblico dai due veri protagonisti del film, Pi Patel (Suraj Sharma) e Richard Parker, la tigre. Ci mette il resto con un 3D finalmente degno di nota e con scene dall’impatto visivo straordinario, proprio com’è straordinaria la storia del naufragio del giovane indiano a bordo di una scialuppa insieme alla sua tigre. Se i dialoghi tradiscono troppo esplicitamente in alcuni punti il messaggio dell’autore (si ricordi che il film è tratto dal romanzo omonimo di Yann Martel), le immagini riescono a restituire la parte emozionante ed emotiva dell’adattamento. Merito di un budget stellare, certo, ma almeno non di attori multimilionari.
5 – Un po’ di Italia anche nell’olimpo del cinema. Questa posizione e la quinta sono dedicate agli italiani che (come purtroppo non spesso accade) nel 2012 hanno ricordato al mondo che l’Italia è pur sempre un paese di grande tradizione cinematografica, e hanno voluto tenere alto il nostro nome in qualche modo. Lo hanno fatto i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, vincitori dell’Orso d’oro al Festival di Berlino per Cesare deve morire, nonché del David di Donatello per il miglior film e la miglior regia.
4 – Dieci anni dopo il successo di The Dreamers, Bertolucci torna al cinema con Io e te, attesissimo adattamento dal romanzo di Niccolò Ammaniti. Gli esordienti Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco interpretano due personaggi duri almeno quanto la scoperta stessa della realtà per l’acerbo e introverso Lorenzo. Oltre al motivo già citato, rientra in classifica anche per la capacità unica del maestro Bertolucci di trasformare tutto, dai disagi dell’adolescenza alla droga, alla cantina dov’è ambientata la storia, in cinema d’autore. Salvandoci da pagine e pagine di dialoghi inutili, decide di affidare il finale ad un abbraccio tra i due fratelli sulle note di “Ragazzo solo”, la versione italiana di Space Oddity cantata dallo stesso David Bowie: è forse la scena più bella di tutto il 2012.
3 – Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato. Era forse il film più atteso dell’anno, i botteghini parlano. Certo, il pensiero va sempre all’inarrivabile Il Signore degli Anelli e i paragoni anche, e per questo la nuova impresa cinematografica di Peter Jackson rischia di rivelarsi un fallimento, soprattutto se si pensa che il regista neozelandese ne ha voluto fare una trilogia. Ma, almeno per il primo capitolo di quella che vuole essere la saga di Bilbo Baggins e della compagnia di Thorin Scudodiquercia, il pericolo è scampato, e il film risulta comunque epico per proporzioni e magnificenza di ambientazioni, costumi ed effetti speciali. Laddove la trama non aiuta perché necessariamente destinata a sviluppi maggiori nei due sequel, i personaggi interpretati da Martin Freeman e Richard Armitage, oltre al sempreverde Gandalf di Ian McKellen, catturano comunque gli spettatori per la loro profondità, garantendo all’adattamento del libro di J.R.R. Tolkien il successo che merita. Da ricordare la scena chiave: il ritrovamento dell’anello da parte di Bilbo ai danni di Gollum.
2 – La seconda posizione spetta a Quasi amici – Intouchables, dei francesi Olivier Nakache e Éric Toledano, il film che ha commosso e divertito tutta l’Italia. Se all’inizio il trailer poteva scoraggiare i più sensibili, la voce si è sparsa così rapidamente che il film è rimasto in programmazione nelle sale per mesi e mesi, diventando la pellicola francese più vista in Italia di tutti i tempi. La tragedia quotidiana del tetraplegico Philippe (François Cluzet) si trasforma in un’incredibile storia di amicizia con l’arrivo di Driss (Omar Sy), ragazzaccio di colore costantemente inopportuno rispetto alle condizioni dell’uomo a cui deve badare. Proprio per questo, il film genera situazioni di comicità mai scontata, non per forza amara, che lo rendono giusto dall’inizio alla fine, senza mai snaturare la gravità del problema, anzi dandogli un nuova prospettiva.
1 – Il cavaliere oscuro – Il ritorno. A sette anni da Batman Begins e quattro da Il cavaliere oscuro si conclude la trilogia di Christopher Nolan dedicata all’eroe dei fumetti DC Comics. In quest’ultimo episodio Bruce Wayne/Batman è davvero il protagonista della storia, e Christian Bale riempie con la sua interpretazione il vuoto lasciato dal Joker di Heath Ledger, che aveva reso il secondo capitolo leggenda. È il suo crescendo psicologico, l’aumentare della tensione e quell’introspezione che lo costringe al cambiamento a farne il centro del film, che pure non disdegna la spettacolarità dei suoi due precedenti. Certo, il villain Bane (Tom Hardy) non ha la profondità del suo predecessore, ma è così spietato da costringere Batman a indossare per l’ultima volta il nero mantello e a combattere, per la nostra gioia, in un finale che sbalordisce per grandiosità.