Cinema

Bertolucci In Vista. The Dreamers

Vincenzo De Divitiis

Presidente della Giuria alla Biennale Cinema di Venezia, Scene Contemporanee celebra l’opera immortale del maestro Bernardo Bertolucci, film per film: The Dreamers, il racconto politico del ’68 attraverso la sensualità dell’arte.

Nel 2002 Bernardo Bertolucci realizza Histoire d’eaux, cortometraggio contenuto all’interno del film collettivo Ten minutes older: The Cello, realizzato insieme a registi del calibro di Denis, Figgis, Godard, Menzel, Radford, Szabò e Schlondorff. Il regista parmense riprende la parabola indiana del santone, già narrata dal personaggio di Gina in Prima della rivoluzione, trasferendola nell’Italia contemporanea dove un immigrato indiano vive una storia d’amore con una donna del posto. Viene fuori, così,una riflessione sul tema dell’immigrazione e sul concetto di tempo e storia.

Il corto, dunque, può essere visto come una sorta di trait d’union tra il precedente L’assedio e il successivo The Dreamers, realizzato nel 2003 dopo essere stato tentato per un breve periodo dall’idea di girare il terzo capitolo di Novecento. Considerata il tassello finale della trilogia ambientata nella capitale francese (insieme a Il conformista e Ultimo tango a Parigi), l’opera rappresenta una fotografia di un periodo storico movimentato e caldo dal punto di vista sociale, come la primavera parigina del ’68, osservato da una prospettiva diversa dal solito. Il regista, infatti, preferisce focalizzare la propria attenzione non sul popolo sceso in strada ma sulla vicenda di tre giovani pseudo-ribelli in balia delle più trasgressive pulsioni sessuali.

Il giovane americano Matthew (Micheal Pitt) giunge a Parigi per motivi di studio nella calda primavera del 1968. La sua forte passione per il cinema lo porta a frequentare in maniera assidua la Cinemathèque Française il cui direttore, Henri Langlois, viene licenziato. La decisione scatena una furente protesta durante la quale il protagonista conosce i gemelli Isabelle (Eva Green) e Théo (Louis Garrel) con i quali nasce un legame molto stretto che, però, ben presto assume contorni morbosi e incestuosi. I due, infatti, praticano rapporti sessuali che lasciano di stucco prima e trascinano poi il giovane americano in una serie di perversioni senza freni.

Dopo la dolcezza e i toni delicati dell’amore platonico di L’assedio, Bertolucci ripropone in The Dreamers una sessualità marcata caratterizzata da fantasie segrete a cui dare sfogo all’interno di un appartamento nel quale il mondo esterno viene lasciato fuori e il tempo sembra non trascorrere mai. I suoi nuovi amici lo conducono ad esperienze forti intese come riti di iniziazione dopo i quali poter instaurare un rapporto solido e duraturo. Matthew scopre, così, un universo di trasgressioni che non gli appartiene e, proprio per questo, lo spaventa come dimostra il suo sguardo simile a quello di un bambino imbarazzato ed impaurito quando apre la porta della stanza nella quale trova i gemelli nudi nello stesso letto. Ma ridurre il film ad una semplice serie di esperienze sessuali non sarebbe corretto. Dopo un’iniziale adesione a questo vortice peccaminoso, infatti, il protagonista si innamora follemente della bella Isabelle. Il suo è un sentimento puro che cerca di contrapporre ai giochi perversi dei due francesi al punto tale di chiedere alla giovane un rapporto normale tra fidanzati con tanto di serata al cinema, ristorante e passeggiata romantica. Un’utopia, destinata a restare tale, la cui immagine simbolo è rappresentata dalla sequenza in cui la protagonista appare con il seno nudo e in una posa statuaria che porta Matthew a paragonarla alla Venere di Milo. Momento idilliaco rovinato dalla scenata di gelosia di Isabelle nei confronti del fratello, nel frattempo in compagnia di un’altra donna, che fa comprendere a Matthew come sia impossibile inserirsi all’interno del rapporto indissolubile tra i gemelli e,soprattutto, sostituire Théo. I due, infatti, si definiscono più volte “siamesi” e il loro legame continuerà fino alla fine quando, mano nella mano, affrontano gli scontri con la polizia durante la rivolta di piazza quasi a formare un corpo unico, una sola persona.

Altro motivo di interesse del film sono gli spunti di riflessione circa le varie anime presenti all’interno di ogni movimento di protesta. Non è raro, infatti, imbattersi in giovani snob che giocano a fare gli alternativi, vedendo nella rivolta un’occasione per mettersi in mostra con le spalle coperte dai genitori e dal loro conto in banca. Questo tipologia di persona viene incarnata alla perfezione dal personaggio di Théo le cui velleità rivoluzionarie vengono puntualmente sgonfiate nelle due conversazioni con il padre e con Matthew, i quali lo invitano a scendere per strada a manifestare al posto di rimanere in casa a sorseggiare vini pregiati. Una personalità, in conclusione, che richiama quella del personaggio Fabrizio di Prima della Rivoluzione i cui fervori ribelli si affievoliscono con l’andare del tempo.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Bernardo Bertolucci
  • Fotografia: Fabio Cianchetti
  • Musiche: /
  • Cast: Michael Pitt, Eva Green, Louis Garrel
  • Sceneggiatura: Gilbert Adair

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