The Nun
Un’opera minore di Denis Diderot diventa un film diretto da Guillame Nicloux ed intitolato The Nun.
Se si scegliessero i film – la qual cosa accade non di rado – in base alla trama, molto spesso si correrebbe il rischio di lasciarsi sfuggire piccoli tesori. Come, ad esempio, l’adattamento cinematografico di un’opera poco conosciuta di Denis Diderot.
È il caso di The Nun (titolo internazionale per La Religieuse) di Guillame Nicloux, sentita interpretazione e trasposizione di un libro (rimasto incompleto) del noto pensatore illuminista.
Sua protagonista è Suzanne (con il volto di Pauline Étienne, la cui fisicità nodosa ed emaciata aggiunge tantissimo alla costruzione del ruolo), un’adolescente costretta ai voti dalla famiglia, in particolare dalla madre (Martina Gedeck) poco tollerante nei confronti della sua presenza in casa.
Il percorso di dolorosa ribellione della fanciulla ha così inizio molto presto e fine lungi a venire. Come in un Magdalene Sisters più barocco e meno crudo, The Nun scosta la tenda sugli angoli polverosi e luridi dietro la pompa delle liturgie e dei precetti sacri, immortalandone i segni in una toccante visione “a quadri in serie”. Manieristico è il clima, definito dalle espressioni facciali e dalla luce (straordinariamente dosata da Yves Cape), e non è esclusa neanche un’incursione nella cupezza preromantica del mistero al lume di candela – che, in The Nun, ha la forma di un diario/confessione redatto da Suzanne medesima, e letto e ritrovato dal Marchese di Croismare (Pierre Nisse), abitante del limen del racconto, della sua cornice.
A parte qualche indugio sui dettagli morbosi relativi alle punizioni corporali (sempre presenti) delle suore, la regia di Nicloux è lucida e curata, oltremodo precisa nel comporre i suoi sfondi, collocandovi le sagome secondo invisibili (ma percettibili) reticolati prospettici, garanti di armonia e di equilibrio semantico. La sua ricerca di estetismo è piana, pacata e non s’arroga, ma trascina con calma il pubblico in una spirale ipnotica aperta su altre dimensioni. Una bolla spazio-temporale di austera e regale eleganza.
Nel cast, ben caratterizzato, anche un’inedita Isabelle Huppert: la sua interpretazione scuote e solleva, tirando via il film da un piccolo pantano narrativo. E soffiando freschezza su ogni cosa prima della leggera e corroborante folata di vento finale.
Dettagli
- Titolo originale: La Religeuse
- Regia: Guillame Nicloux
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Yves Cape
- Musiche: Max Richter
- Costumi: Anaïs Romand
- Produzione: Francia, Germania, Belgio
- Cast: Marc Barbé, Pascal Bongard, Agathe Bonitzer, Martina Gedeck, Isabelle Huppert
- Sceneggiatura: Guillame Nicloux, Herome Beaujour