Berlino Film Festival 2013 Cinema Festival

Lezioni di Armonia

Francesca Fichera

Il kazako Emir Baigazin porta a casa l’Orso d’Argento per il Miglior Contributo Tecnico con il suo racconto cudele di gioventù.

Inizia con la ripresa a crudo di uno sgozzamento: Harmony Lessons, produzione internazionale con la regia del kazako Emir Baigazin in concorso alla 63esima Berlinale, è un film che si fa notare a prescindere dal premio guadagnato – Orso d’Argento al Miglior Contributo Tecnico. Armonie geometriche e geometrie di solitudini sono il telaio entro cui viene svolto un racconto crudele di gioventù, quello di un ragazzino povero che sente già forte su di sé l’onta della diversità, alla quale s’aggiungono le quotidiane angherie da parte dei bulli della scuola e una tragedia rapida a consumarsi.

Colpisce l’introduzione sardonica – a seguito dello sventramento iniziale – con un professore sorridente che equipara il denaro al concetto fisico di Energia dell’era contemporanea. Nel frattempo, l’ossuto e giovanissimo protagonista della storia, Aslan (Timur Aidarbekov), muta i suoi normali complessi in disturbi ossessivo-compulsivi a sfondo ipocondriaco, destando la preoccupazione dell’anziana nonna che lo tiene con sé e la diffidenza di alcuni compagni. Ciò che viene dopo non è piacevole nella sostanza, ma lo è nella forma.

Harmony Lessons dona allo sguardo un’esperienza unica, estrema, spesso fastidiosa – come lo sporco sopravvivere, come lo stare al mondo per coloro che non sanno adattarvisi. La ribellione di Aslan a quella crudeltà e a quella violenza che impregnano l’esistenza umana come veleno è in realtà un urlo in un cuscino, un morso profondo dato all’aria. La banalità del male, che in qualche modo perdura e si rigenera anche se di fatto non vince, è tutta nella spavalderia e nell’arroganza di Bolat, delinquente imberbe interpretato da Aslan Anarbayev – probabilmente più memorabile dell’attore principale; e, in parte, come amaro sul fondo del palato, si trova nel clima sospeso e lirico della devastante conclusione.

Dal primo all’ultimo fotogramma, traduce il tutto in versi della macchina da presa la regia di Baigazin con l’irrinunciabile, preziosissimo contributo fotografico di Aziz Zhambakiyev: ammirata ed ammirevole lezione d’armonia e d’eleganza.


Dettagli

  • Titolo originale: Uroki Garmoni
  • Regia: Emir Bagaizin
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Aziz Zhambakiyev
  • Costumi: Ulan Nugumanov
  • Produzione: Kazakistan, Russia
  • Cast: Timur Aidarbekov, Aslan Anarbayev, Mukhtar Andassov, Anelya Adilbekova, Beibitzhan Muslimov
  • Sceneggiatura: Emir Baigazin

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