Berlino Film Festival 2013 Cinema Festival

Promised Land

Francesca Fichera

Dopo il cult generazionale Will Hunting e l’onirico Gerry, Matt Damon torna a vestire i panni di sceneggiatore ed attore per il regista Gus Van Sant.

Dopo il cult generazionale Will Hunting e l’onirico Gerry, Matt Damon torna a vestire i panni di sceneggiatore per il regista Gus Van Sant. Una terza volta che non rinuncia ancora ai temi della ricerca di sé e di un’interiorità conflittuale, ma li alleggerisce, al contrario che nei casi precedenti, grazie ad un gioco delle parti retto più che bene dal sempre ottimo Damon e dalla bravissima ed esilarante Frances McDormand.

Lei è Sue, lui Steve, due soci in affari rappresentanti della multinazionale ‘Globe’, colono del gas che estirpa letteralmente le antiche radici famigliari dalle campagne americane in cambio di sedicenti promesse e dubbi sogni di gloria. Ma McKinley, il prossimo piccolo paese sulla lista dei ‘da conquistare’, nonché ultimo passo per assicurare a Steve una promozione quasi certa, si rivela una meta quanto mai difficile da raggiungere. Due i personaggi a far scattare il più canonico dei ribaltamenti situazionali: Frank Yates (Hal Holbrook), vecchio scienziato dedito all’insegnamento nelle scuole, che denuncia le reali intenzioni della Globe durante un’assemblea comunale, e Dustine Noble (John Krasinski, anche co-sceneggiatore), fastidiosa e logorroica figura di attivista che mette in guardia gli abitanti di McKinley da un imminente disastro ambientale. A completare il quadro, sufficientemente tradizionale, un ancora più classico triangolo amoroso, complice dell’ennesimo sommovimento interiore del protagonista Steve/Matt, avente ormai tutte le carte in regola per involarsi verso una conclusione al rallentatore con tanto di ripresa dall’alto e trionfo in musica.

L’opera Promise Land, pur se in una chiave del tutto inattesa e (solo in parte) deludente, riconferma il talento creativo e di scrittura insito nel connubio Damon/Van Sant. Perché, anche se la visione delle  quasi-due-ore della pellicola fa pensare, non senza disappunto, a una versione capovolta di The Ides of March di George Clooney, il tempo passa, e pure senza  intoppi. Dialoghi freschi, traboccanti di simpatia e acume, se non fanno dimenticare la prevedibilità dell’insieme, la rendono per lo meno perdonabile. E il viaggio che porta alla fine è filmato nel consueto stile vansantiano: attento ai dettagli, visibili e invisibili. All’anima delle cose. Pur se talvolta sottolineata, anche quella, da un eccesso di artificiosità, come l’abbondanza di sequenze in time-lapse e di primi piani intimistici. Ma all’autore di Elephant vogliamo perdonare un po’ tutto: un paio di sufficienze non danneggeranno l’eccellenza.


Dettagli

  • Titolo originale: Promised Land
  • Regia: Gus Van Saint
  • Anno di Uscita: 2012
  • Genere: Drammatico
  • Fotografia: Linus Sandgren
  • Musiche: Danny Elfman
  • Costumi: Juliet Polcsa
  • Produzione: USA, Emirati Arabi Uniti
  • Cast: Matt Damon, Frances McDormand, John Krasinski, Hal Holbrook
  • Sceneggiatura: John Krasinski, Matt Damon

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti