Il primo cortometraggio europeo in 3D non poteva che essere diretto dal regista de Il cielo sopra Berlino e Pina 3D, Wim Wenders protagonista ed autore de Il Volo. Girato nel 2009 in Calabria nel comune di Badolato, è sparito in cielo come il personaggio del co-protagonista Ben Gazzara, se ne sono perse le tracce per via di una distribuzione inefficace che lo ha poi portato su YouTube, dimenticando lo scopo tecnico di mostrare la potenza del 3D anche nel cinema non d’animazione. Tra i tecnici dediti alla produzione del film sul tema dell’immigrazione e della politica dei comuni disabitati che han riaperto le porte delle case vuote per i disperati che viaggiano sui canotti, vi era anche Carlo Strata, dedicatosi ad un video di Backstage che avrebbe trovato il suo posto ideale tra gli extra di un possibile DVD. Sfortuna vuole che il luogo ideale è e rimanga quello, documentario che non suscita grande interesse se non nell’esplorazione di un set su cui ha lavorato uno dei più importanti registi viventi, a quanto pare considerata ragione sufficiente per estrapolare l’idea di un documentario da un video di routine. Backstage, in concorso al Via Emilia Doc Fest, esplora i perché del film, parla tanto con le personalità istituzionali di Riace che di Badolato, comuni padroni dell’iniziativa soggetto de Il Volo, ma non spiega l’emozione di Wenders rispetto ad una storia pensata in un modo nella produzione e vissuta in un altro in post-produzione. Un corto scritto per esser narrativa standard e diventato poi una riflessione in video per il regista Wim Wenders, mutato in testimone e personaggio dell’opera, gioiosa come fu anche il suo episodio nel film corale Huit in cui rese chiaro il suo pensiero sulle comunità meno fortunate: smettete di esibire il loro dolore e cominciate a riempire lo schermo con il loro sorriso. Idea sfuggita tra le mani di Strata, impegnato a dar luce su piante già ben alimentate come la grandezza di Wenders e privo di introspezione.