Arti Performative

Arturo Cirillo // Non c’è amore senza dolore. Tre studi su R.W. Fassbinder

Gertrude Cestiè

Andato in scena dal 24 al 31 marzo al Teatro Studio “Eleonora Duse” di Roma, frutto del lavoro del M° Arturo Cirillo con la classe del terzo anno di regia e recitazione dell’Accademia “Silvio D’Amico”, FASSBINDER – Non c’è amore senza dolore affronta tre testi dell’autore tedesco Rainer Werner Fassbinder: Un anno con tredici lune (regia di Carmelo Alù), Katzelmacher (regia di Raffaele Bartoli) e Le lacrime amare di Petra Von Kant (regia di Federico Gagliardi).

Al centro, in ogni caso, l’universo tematico del sentimento amoroso che, declinandosi in diverse modalità, appare costantemente accompagnato dalla sua componente dolorosa; che si tratti dell’amore omosessuale, dello scontro generazionale e nazionalistico, della ricerca identitaria condotta tramite l’opposizione all’altro da sé o del più ancestrale rapporto con la figura materna, i tre testi presentano l’universo dell’amore, il sentimento più indicibile di tutti, vissuto inevitabilmente come universo di sofferenza.

Ecco che il gesto estremo compiuto per arrivare all’amore dell’altro come nel caso di Erwin, protagonista di Un anno con tredici lune che, innamoratosi di un uomo, ricorre al viaggio a Casablanca per cambiare sesso e diventare Elvira, o l’estremo desiderio di possesso che alimenta Petra Von Kant nel suo amore per la giovane Karin, o, ancora, la necessità di definire la propria identità in quanto singoli individui e in quanto parte del gruppo che nutre l’odio per lo “straniero” dei giovani protagonisti di Katzelmacher, divengono tutte espressioni di un unico bisogno comune: il raggiungimento della felicità.

In ognuno dei testi, infatti, si arriva a porre la domanda su cosa sia la felicità o se si sia felici e appare chiaro che, sebbene al sentimento amoroso si voglia sempre accompagnare quella esperienza di felicità, si è costretti in ultima analisi ad affiancarvi la sofferenza che sola risulta come reale nutrimento dello stesso: il petto si stringe nel patimento e il singolo si ritrova nuovamente nella sua estrema ed eterna solitudine.

Il sogno di fare d’uno due svanisce non appena le lacrime rimangono l’unica espressione dell’amore, in quel rapporto di coppia che non è altro che un gioco di forza e potere in cui la dominazione dell’uno vive e vince sulla sottomissione dell’altro.

Seppur diversi per stile e natura, i tre studi presentati da Carmelo Alù, Federico Gagliardi e Raffaele Bartoli, grazie alla cura di Arturo Cirillo, sono espressione ben riuscita di chi ha compreso la grande complessità e attualità del materiale drammaturgico che si trova ad affrontare.

Politica, crisi, critica alla società contemporanea e analisi multilaterale dell’animo umano formano il caleidoscopio di tematiche nelle opere fassbinderiane e le diverse scelte registiche, nonché le performance dei giovani attori, ne tengono conto in modo efficace.

Un anno con tredici lune, attraverso una costruzione scenica semplice ma opportuna e i suoi personaggi particolari e ben studiati, riesce con cura a significare l’estremo smarrimento d’animo dei suoi protagonisti, che, sebbene non giungano tutti alla morte come la protagonista Elvira (interpretata da Emanuele Linfatti), soffrono ognuno della disperazione, di una vita di solitudine e desiderio di accettazione.

Le lacrime amare di Petra Von Kant, grazie alla disposizione degli spettatori ai due lati maggiori della scena lunga e stretta come una passerella e a un’atmosfera al contempo statica ed esplosiva, coinvolge lo spettatore in ogni movimento di quell’amore estremo vissuto dalla protagonista (interpretata da Flaminia Cuzzoli), ma anche dagli altri personaggi femminili che l’accompagnano, come la fidata segretaria Marlene (Jessica Cortini) che, nel totale silenzio, riesce massimamente a significare ogni tensione o sbalzo del proprio sentimento.

Infine, Katzelmacher, che vede la costante presenza in scena di tutti i protagonisti in un alternarsi di luci e ombre e un flusso ininterrotto di movimenti e dialoghi, guida lo spettatore dall’ambientazione nella Germania federale di fine anni ’60 direttamente al nostro tempo, e lo fa dipingendo un universo tematico e critico che è più vicino a oggi di quanto si possa pensare; lasciando riflettere su quella spasmodica ricerca di identità e definizione del sé che passa per la pretesa di conquista di un luogo dove potersi situare per affermarsi e, soprattutto, affermarsi sull’altro.

Un lavoro articolato, complesso e ben riuscito, dunque, quello che viene fuori dal progetto di Arturo Cirillo su Fassbinder che ha coinvolto oltre alla classe del terzo anno di regia e recitazione dell’Accademia, anche tre attrici diplomate, Flaminia Cuzzoli, Maria Giulia Scarcella e Zoe Zolferino, e alcuni allievi dei Master di Drammaturgia e Sceneggiatura e Critica giornalistica.


Dettagli

  • Titolo originale: FASSBINDER - Non c’è amore senza dolore
  • Anno di Uscita: 2017


Altro

  • “UN ANNO CON TREDICI LUNE” : di Rainer Werner Fassbinder
  • Allievo Regista : Carmelo Alù
  • Traduzione e adattamento: Letizia Russo
  • Interpreti: Zoe Zolferino e gli allievi del III anno del Corso di Recitazione, oltre allo stesso regista Carmelo Alù, Grazia Capraro, Gabriele Cicirello, Emanuele Linfatti, Adalgisa Manfrida, Eugenio Mastrandrea, Riccardo Ricobello, Luca Vassos.
  • “KATZELMACHER”: di Rainer Werner Fassbinder
  • Allievo Regista: Raffaele Bartoli
  • Traduzione: Umberto Gandini
  • Collaborazione Traduzione: Elena D’Angelo (allieva del Master in Drammaturgia)
  • Interpreti: Marco Celli, Irene Ciani, Renato Civello, Eugenia Faustini, Angelo Galdi, Alice Generali, Paolo Marconi, Elisa Novembrini, Michele Ragno, Barbara Venturato (tutti allievi del III anno del corso di Recitazione).
  • “LE LACRIME AMARE DI PETRA VON KANT”: di Rainer Werner Fassbinder
  • Allievo Regista: Federico Gagliardi
  • Interpreti: Flaminia Cuzzoli, Maria Giulia Scarcella e le allieve del III anno del corso di Recitazione: Liliana Bottone, Jessica Cortini, Camilla Tagliaferri.
  • Visto il: Venerdì, 24 Marzo 2017
  • Visto al: Teatro Studio Eleonora Duse, Roma

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