Arti Performative

Compagnia Carnevale // Arlecchino trasformato dall’amore

Gertrude Cestiè

Nella periferia romana c’è un luogo di raccordo tra spinte culturali e difficoltà territoriali, in cui il dialogo con l’arte rende possibile l’incontro tra il sogno e la sua realizzazione; è ÀP – Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti che, oggi, sotto la direzione artistica della Compagnia Ragli, propone una piccola, ma significativa, stagione teatrale all’interno degli spazi dell’IIS E. Ferrari di Roma. Qui, infatti, risiede il progetto di Associazione daSud con Officina Culturale Via Libera e Cooperativa Diversamente, nato con l’obiettivo di trasformare la periferia in un centro creativo per eccellenza, aperto alla collaborazione con artisti, professionisti, associazioni e realtà del territorio.

In questo spazio teatrale, ubicato al primo piano dell’istituto scolastico, risiede anche il luogo della maschera e del sorriso. Qui la Compagnia Carnevale, la sera del 14 dicembre, ha portato in scena Arlecchino trasformato dall’amore. Lo spettacolo di Commedia dell’arte è tratto dal testo di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux e ripreso dalla regia di Antonio Carnevale, “capocomico” dell’omonima compagnia, affiancato sul palco da un gruppo di attori ben preparato e affiatato: Tamara Fagnocchi, Martina Limonta, Tommaso Fermariello, Elena d’Agnolo e Giulio Bellotto.

Dopo il debutto della stagione teatrale, lo scorso novembre, con I giganti della montagna (radio edit), di Fortebraccio Teatro, il secondo appuntamento negli spazi di ÀP è stato con la Compagnia Carnevale, giovane gruppo milanese impegnato dal 2015 nella trasmissione della Commedia dell’arte e nel suo dialogo con il teatro contemporaneo e la nuova drammaturgia.

Arlecchino trasformato dall’amore, primo spettacolo prodotto dalla Compagnia, è un moderno esempio di Commedia dell’arte, un genere teatrale prettamente italiano e longevo, di cui avevamo parlato anche in un’altra occasione.

Tra lazzi, maschere, canto e musica si sviluppa in scena la vicenda di Arlecchino – interpretato da Antonio Carnevale – che vive il confronto/scontro con la potente Fata, personaggio che incarna la prepotenza e il disincanto di un’educazione aristocratica di contro alla purezza e alla semplicità del giovane Arlecchino non ancora abbrutito dai meccanismi calcolatori ed egoistici del mondo civilizzato.

Lo spettacolo, dal testo firmato de Marivaux, è un inno alla forza e alla semplicità dell’amore: sentimento che governa l’intera trama teatrale e che trasformerà lo sciocco e incolto Arlecchino in un giovane uomo dolce e pieno di spirito.

Da una storia semplice, che si inserisce nel solco di una tradizione teatrale e popolare che vive da oltre quattrocento anni, giocata sul palco tra l’intrigo, lo scherzo e la risoluzione finale pacifica e liberatoria, ne risulta una performance divertente, che, tramite i codici della Commedia lascia emergere come fondamentale l’esperienza di condivisione dello spazio scenico e il reale coinvolgimento dello spettatore.

Un’esperienza, questa, di natura politica, nel senso etimologico del termine, che acquista maggior significato quando viene consumata in luoghi come l’Accademia Popolare dell’antimafia e dei diritti: una fucina di idee e creatività, uno spazio aperto alla partecipazione e al dialogo con la città.

ÀP è, infatti, una realtà in crescita che necessita del supporto, forse ancor prima che del pubblico, da parte di artisti e professionisti di settori dello spettacolo, dai quali nasce per veicolare un messaggio di cambiamento sociale; artisti come il gruppo guidato da Antonio Carnevale, che si è esibito anche in una matinée dedicata ai ragazzi dell’Istituto Ferrari, testimoniando quanto sia fondamentale avvicinare i più giovani al teatro e al dialogo con ogni forma di spettacolo e quanto sia necessario partire proprio da chi abita il quartiere Don Bosco/Cinecittà della periferia romana (passata alla ribalta delle cronache, fra l’altro, per i funerali show del boss Vittorio Casamonica) troppo spesso tagliata fuori dalla possibilità di avere accesso alla cultura.

 

 



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