Arti Performative

ÀP Teatro: dalla “Fuga di Pitagora” alla “Supernova”, stasera in scena a Roma

Renata Savo

Una euforica divagazione che cavalca la duplice onda della filosofia e della matematica è stato lo spettacolo Fuga di Pitagora, scritto da Marcello Walter Bruno, e diretto e interpretato da Ernesto Orrico, ospitato in apertura della stagione ÀP Teatro promossa da Associazione daSud Compagnia Ragli e giunta alla terza edizione.

Fuga di Pitagora è ambientato in un’epoca remota e al tempo stesso recente, in un luogo dal nome greco ibrido Kroton, che richiama la Crotone del sud Italia. Definito un “polilogo in 10 numeri”, il testo ha come personaggi un maestro, degli allievi, e un attore. Essendo andato in scena come studio risulta difficile provare ad assegnare un giudizio di valore, ma bisogna dire che il testo, a tratti concettuale come la materia che – apparentemente – tratta, si legge molto bene da solo, mentre più ostica, invece, è la sua trasposizione scenica. Pitagora è una sorta di immigrato, simbolo di innovazione, cosmopolitismo – e quindi di speranza per la civiltà – che raggiunge una città in cui vigono idee conservatrici, e dove non è difficile ravvisare lo stesso atteggiamento che la nostra contemporaneità xenofoba rivolge ai migranti che sbarcano a Lampedusa. Lo studio si è accompagnato alle belle composizioni per chitarra elettrica e pedali di Massimo Garritano, che se da un lato rendono piacevole l’operazione di messa in scena, dall’altro conducono verso un eccesso di formalismo, in direzione di una sur-realtà simbolica e distante, di difficile interpretazione (forse basterebbe asciugare il testo, senza penalizzare le musiche).

La stagione ÀP prosegue fino al 23 aprile anche quest’anno nel segno della “resistenza”. Da anni, infatti, la Compagnia Ragli è impegnata nella rivendicazione del valore della cultura come arma utile a sconfiggere la barbarie delle mafie aumentando la consapevolezza delle coscienze, e lo fa sia attraverso la ricerca artistica (qui le nostre recensioni al riguardo), sia tramite un ostinato lavoro di progettazione culturale, che si annida simbolicamente, e attivamente, nella periferia romana, all’interno di quel luogo in cui si formano le coscienze, la scuola, e per essere più precisi, va ad abitare l’auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore Enzo Ferrari, nei pressi di Cinecittà.

Quest’anno la stagione offre una piacevole novità, gli AperinScena: proprio stasera sarà ospite alle 19 il premiato autore e regista Davide Iodice, con cui ci sarà alle 19 un incontro moderato da Cecilia Carponi de Le Nottole. A seguire, Supernova della compagnia I Pesci, uno spettacolo con Alessandro Gioia, Lia Gusein-Zadé, Fiorenzo Madonna e Luca Sangiovanni, drammaturgia e regia di Mario De Masi.



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