Alessandro Sciarroni – Folk-S
Una non-danza popolare è quella proposta da Alessandro Sciarroni in Folk-S – Will you still love me tomorrow?
«Questa danza esisterà finché soltanto uno di voi sarà rimasto in sala e almeno uno di noi sarà rimasto in scena. Chi uscirà, non potrà più rientrare». Un monito che può risuonare come una sfida per il pubblico, e invece no. Folk-s – Will You Still Love Me Tomorrow? è piuttosto un gioco, un esperimento concettuale che riporta gli spettatori a toccare il grado zero dello spettacolo: non c’è spettacolo senza uno spettatore.
Una sequenza coreografica chiara, giocosa, ritagliata dallo Schuhplattler (che significa “battitore di scarpe”), tipica danza bavarese e tirolese, viene ripetuta finché c’è la volontà di partecipazione. Può cominciare e finire in qualsiasi momento, oppure essere ripetuta un numero infinito di volte. Un’esperienza che avvicina gli spettatori a nutrire lo spirito che anima la danza popolare; ma dal fenomeno sociale, però, Sciarroni prende le dovute distanze. Siamo a teatro. Cambia il contesto, cambiano le regole. Se il pubblico regge divertito l’ora e quaranta di spettacolo grazie agli stimoli dei performer, ai loro sorrisi e alle loro occhiate, sono proprio loro, i danzatori, a trasmettere la sensazione di portare avanti un’impresa eroica. E’ la presenza di un pubblico a imporgli di restare lì: devono riuscire a non deludere le sue attese e danzare. Danzare fino allo stremo delle loro forze.
Di “popolare” nella danza resta soltanto il ricordo: solo un performer (Sciarroni) indossa il tipico abito tirolese (e sarà proprio lui il primo a lasciare il campo), tutti gli altri, invece, vestono abiti comodi e scarpette sportive. Tutti hanno per buona parte dello spettacolo gli occhi bendati e danzano senza accompagnamento sonoro, grazie all’ascolto sapiente dei suoni riprodotti dal battito di mani e piedi. Il gruppo è perfettamente omogeneo perché, ripetuta più volte, la sequenza coreografica viene assorbita completamente ed eseguita sempre con il medesimo controllo fisico. Pian piano, però, la fatica si fa sentire e la danza richiede un dispendio di energie maggiore, diventa sacrificio da consumare con il sudore del proprio corpo. Il momentum acquisito attraverso la reiterazione di quella musicalità scolpita su se stessi può entrare in crisi quando uno di loro si allontana e mette in riproduzione brani musicali dal ritmo di volta in volta diverso. Sui volti si legge lo sforzo notevole per mantenere sempre alto il livello esecutivo senza che il ritmo della musica sottometta quello del corpo, una prova che diventa ancora più ardua quando il volume si alza, compromettendo persino l’esperienza dello spettatore (ancora) seduto in poltrona. I performer, però, si mostrano infallibili nel coordinare il corpo e la mente.
In uno spettacolo che miscela giuste dosi di provocazione e ironia, Sciarroni è riuscito bene a rappresentare il confine che separa l’evento scenico dal fenomeno sociale, la danza dalla performance atletica. “Questa non è una danza popolare”, avrebbe detto Magritte.
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- Titolo originale: Folk-S - Will you still love me tomorrow?