Cinema

Acciaio

Valentina Esposito

Speranze e desideri si fondono e si perdono tra i fumi delle acciaierie della Piombino di Mordini

Presentato alla 69° Mostra Cinematografica di Venezia, Acciaio segna il ritorno al cinema del regista Stefano Mordini  dopo l’esordio con Provincia Meccanica.

Tratto dal libro omonimo di Silvia Avallone, uno dei libri italiani più apprezzati degli ultimi anni, Acciaio è uno spaccato di vite che si incontrano sullo sfondo di Piombino, città che vive del fumo dell’acciaieria e dove le aspirazioni e le speranze faticano a volare. Tra il fumo di Piombino e la sua fugace bellezza, che sa di terra arsa e di mare, nasce l’amicizia di Anna e Francesca (Matile Giannini e Anna Bellezza): un’amicizia forte, sincera e che non ha bisogno di troppe parole ma bastano i silenzi, gli sguardi e lo sfiorarsi per comprendersi.  Poi c’è Alessio, il fratello di Anna, che lavora in fabbrica e vive all’ombra della speranza che Elena (Vittoria Puccini) ritorni: è attraverso Alessio (Michele Riondino) che noi entriamo nel mondo della Lucchini e di quegli operai che ogni giorno lavorano tra fumo, fuoco , grandi strutture e macchinari. Intorno a loro, genitori sfuggenti, misteriosi, malati ed illusi si muovono come pedine inermi e troppo deboli e rassegnati per far sentire una loro voce ferma e sincera.

Stefano Mordini fa un grande passo avanti. Ciò che viene fuori dal film si racchiude forse nella frase di Anna: “Perché il futuro deve essere sempre altrove?”, che mai come oggi sembra farsi specchio e sintesi delle domande di tanti giovani. Non manca però anche chi come Alessio il futuro l’ha scelto, si è adattato e cerca di difenderlo: c’è dignità e cura nel raccontare la vita degli operai, molto suggestive infatti sono le scene all’interno della fabbrica e anche i brevi tagli documentaristici inseriti nella seconda parte del film.

Lontano dall’acerbità e dagli errori imperdonabili di Provincia Meccanica,  Mordini abbandona la lentezza e i tempi morti futili, privilegiando un andamento regolare e fluido. Affina lo stile che si era intravisto nell’opera prima, alternando dei momenti stile on the road – sono frequenti le inquadrature dei viaggi in auto dei protagonisti –, campi lunghi che mirano da lontano ciò che Piombino nasconde dentro e fuori, tra le sue scarne distese e una natura ribelle, e concentrazione intensa sulle due protagoniste. Riconferma così la sua scelta di lavorare sui caratteri, ma anche stavolta come nell’opera precedente non mancano dei buchi che approfondiscano alcuni personaggi, secondari certo ma pur sempre influenti.

Riondino è sempre impeccabile, meno incisiva è la Puccini, mentre  un applauso sincero va alle due giovanissime protagoniste. Promosse a pieni voti anche la fotografia del compianto Marco Onorato e la colonna sonora di Andrea Mariano.


Dettagli

  • Titolo originale: Acciaio
  • Regia: Stefano Mordini
  • Fotografia: Matteo Onorato
  • Musiche: Andrea Mariano
  • Cast: Michele Riondino, Vittoria Puccini, Anna Bellezza, Matilde Giannini, Francesco Turbanti
  • Sceneggiatura: Stefano Mordini, Giulia Calenda, Silvia Avallone

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