Michele Sinisi // Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello
Qualche tempo fa, al Teatro Fontana di Milano abbiamo visto Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello per la regia di Michele Sinisi, prodotto da Elsinor Centro di Produzione teatrale. Nato con il fine di “processare Luigi Pirandello”, citando le parole del regista stesso al termine della pièce, la messa in discussione di un teatro che già di per sé nasceva con l’intento di polemizzare contro il dramma borghese d’intrattenimento (l’opera andò in scena per la prima volta nel 1921 al Teatro Valle di Roma e risultò “scioccante”) e che usa l’espediente del metateatro, può risultare oggi operazione intelligente e interessante da una parte, sofisticata dall’altra. Nella rivisitazione di Sinisi, infatti, gli effetti cosiddetti disturbanti che erano già propri di Pirandello vengono esasperati, anche grazie all’uso di una scenografia fortemente digitalizzata, come un videoproiettore sul quale Nicolò Valandro (aiuto regista) fa scorrere “istantanee” musicali (Meute, Buena Vista Social Club). C’è poi l’intervento – ripreso parzialmente “in diretta Facebook” – di un “ospite” a sorpresa che irrompe sulla scena, interrompendo il già metateatrale spettacolo pirandelliano, a giustapporsi al dramma dei sei personaggi che, in cerca di un autore che rappresenti la loro vicenda, interrompono a loro volta il deludente “Il giuoco delle parti” del Capocomico Stefano Braschi, la prima attrice Giulia Eugeni, il secondo attore Gianni D’Addario e uno “stuolo” di artisti indolenti e infuriati perché consci che il vero dilemma sia l’impossibilità di mettere in scena qualsiasi dramma. La scena si apre, infatti, con uno degli attori che, inizialmente gongolante per aver ricevuto dei buoni riscontri della critica, sia per Miseria e Nobiltà che per I promessi sposi (entrambi portati in scena precedentemente da Michele Sinisi), si trova poi a dover constatare la fallacia di questo lavoro: “mi pulisco sul tappetino “Welcome” di questo luogo sacro”. Il tono dissacrante e sardonico permea l’intera performance e il regista si muove sul palco e fuori dal palco, come se stesse coordinando ancora le prove – lo spettacolo ha infatti un voluto margine di incompiutezza – e coinvolge un pubblico affannosamente e curiosamente intenzionato a dipanare il groviglio degli eventi narrati.
Il clima di generale insofferenza viene aizzato dall’irruzione sulla scena dei personaggi, una famiglia sui generis composta da Madre (Marisa Grimaldo), Padre (Ciro Masella), Figlio (Donato Paternoster) e Figliastra (Stefania Medri). Il loro dramma viene riportato al Capocomico dal Padre, narcisista borghese che nasconde, dietro le lucide ipocrisie da pater familias, le sue irrefrenabili pulsioni sessuali che lo porteranno a contrarre un quasi-incesto con l’impertinente e rabbiosa Figliastra, reso sulla scena dall’entrata di due burattini enormi sapientemente manovrati dalle mani del Macchinista. È lui che abbassa “per errore” il sipario – così anche in Pirandello – permettendo l’entrata in scena, corroborata da un’ammiccante performance musicale, di Madama Pace (Adèl Tirant), nella cui casa di appuntamenti Figliastra-Madre-Padre disvelano il dramma che si ostinano invano a voler rappresentare. Alla base dell’evidente irrapresentabilità, c’è tutto il senso della filosofia pirandelliana: il teatro tradisce la realtà in virtù del fatto che sul palco esista la “messa in scena” mediata dagli attori. L’altro grande assunto è il labilissimo discrimine tra realtà e finzione (“La pazzia è far parer vero ciò che vero non è”) che si trascina il sempiterno conflitto tra ciò che siamo (“si può nascere acqua, tasso, personaggio”) e ciò che fingiamo di essere (“Ho recitato quel tanto della parte che ci assegnano gli altri”) e su cui Michele Sinisi, interagendo col pubblico, riesce a lavorare in modo esageratamente provocatorio, portando ai massimi sistemi l’insolubile inganno in cui realtà è finzione e finzione è realtà.
[Immagine di copertina: foto di Luca Del Pia]
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO
di Luigi Pirandello
drammaturgia Francesco M. Asselta, Michele Sinisi
regia Michele Sinisi
aiuto regia in scena Nicolò Valandro
con Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D’addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele Sinisi, Adele Tirante
scene Federico Biancalani
assistente alle scene Elisa Zammarchi
direzione tecnica Rossano Siragusano
Produzione Elsinor Centro di produzione Teatrale
Con il sostegno di Festival Castel dei Mondi di Andria