Per il lancio del processore Intel® Core™ di seconda generazione, nel 2011, la Intel decise di fare una nuova campagna pubblicitaria: nacque così la serie di corti Intel Visual Life. I mini documentari miravano a colpire nell’emotività gli utenti dei social network, generalmente più inclini a condividere sulla propria pagina web storie vere di persone che utilizzano la tecnologia in modo creativo.

Un’idea innovativa e vincente, come quella di Kitty e Lala. I due protagonisti del corto sono una coppia di wedding photographers cinesi che, grazie alla loro creatività (e con il non trascurabile aiuto della tecnologia, ça va sans dire), nel giro di pochi anni hanno ottenuto notorietà in tutto il mondo. Al di là dell’impostazione narrativa del film, semplice e diretta perché sotto forma di intervista, rimangono – ed è necessariamente un imperativo – una fotografia e un montaggio da urlo.

Le immagini raccontano l’architettura e la vita della Cina più antica e di quella moderna, accompagnate dalle parole di Kitty e Lala, che spiegano come i tempi siano cambiati da una generazione all’altra: se i cinesi hanno sempre visto l’emigrazione come un’opportunità, quelli di oggi sanno di poterne trovare infinite anche e soprattutto nel loro paese. Questo lo spirito che anima i due fotografi, creatori dell’agenzia 80 Impression, che iniziano a fotografare per essere indipendenti economicamente dai rispettivi genitori: «è dallo stare sotto pressione che nascono le buone idee», dice Lala. Così la passione si trasforma in lavoro, il talento in professionalità ed esperienza; le loro foto? Diventano moda.

Se il matrimonio per la cultura cinese è qualcosa di cui si vuol parlare a tutti, l’unico modo per differenziarsi tra un miliardo e più di persone è quello di avere foto decisamente originali. Sull’onda di questo desiderio, Kitty e Lala immaginano nuovi scenari, nuove pose, nuovi abiti per gli sposi novelli, finalmente liberi da ore di foto imbalsamate in giardini pensili e da sorrisi da paresi facciale. E allora via libera al colore, agli sfondi urbani, alla rivisitazione delle tradizioni: che le foto del matrimonio diventino opere d’arte da tenere esposte e da guardare e riguardare davvero per tutta la vita – e non da chiudere in un cassetto dell’armadio.

La degna conclusione per un video pubblicitario sottolinea la fortuna di poter correggere e migliorare i propri lavori al computer, di condividerli sul web, di aumentare così la clientela. Per una volta, la fortuna è anche nostra, che abbiamo la possibilità di vedere un corto ben fatto come questo.