Cinema

Doc Salerno. Costa da Morte

Vincenzo De Divitiis

La Costa da Morte, un’affascinante terra ritratta con ammirazione dal giovane documentarista Lois Patiño al suo lungometraggio presentato il 17 Gennario a Doc Salerno.

Quando pensiamo alla Spagna inevitabilmente la nostra mente vola verso mete famose affollate di turisti e pullulanti di locali e discoteche ignorando, così, altri lati di una terra ricca di luoghi suggestivi e paesaggi misteriosi. È questo l’obiettivo del giovane regista spagnolo Lois Patiño che col il suo documentario d’esordio Costa da Morte, grazie al quale ha ottenuto il premio come miglior regista emergente all’ultimo Film Festival di Locarno, intende offrire una fotografia di una regione, la Galizia, tutta da scoprire, nella quale il rapporto tra uomo e natura sembra assumere contorni diversi da quelli a cui tutti noi siamo abituati.

L’idea di raffigurare questo rapporto attraverso immagini si traduce in una serie di inquadrature a campo largo di diverse aree della zona: dalla fascia costiera alle rocce che dominano dall’alto passando per boschi avvolti dalla nebbia. Sequenze nelle quali la natura diventa assoluta protagonista con gli uomini che fungono da semplice sfondo e le loro voci assumono quasi il significato di un lamento in questo paesaggio desolato ma al tempo stesso affascinante.

I discorsi dei protagonisti circa le leggende e i miti legati a questa regione invitano ad una riflessione sull’influenza dell’ambiente sulle persone che vi abitano, intento rafforzato dall’accuratezza con la quale Patiño disegna immagini molto simili a fotografie, istantanee da cartolina. Quest’ultime risultano efficaci per trasmettere quel senso di spaesamento provato nel guardare un panorama sconfinato, quasi infinito che proprio per questo gli antichi Romani identificavano con il punto estremo del mondo allora conosciuto.

Una considerazione a parte va fatta sul valore che il tempo assume in un contesto del genere. Valore molto diverso da quello che siamo soliti attribuirgli in una società in cui ogni secondo è prezioso e tutti vanno di corsa senza godersi nemmeno un attimo; nei territori portati sullo schermo da Patiño, al contrario, la lancetta dell’orologio sembra fermarsi lasciando trasparire non solo un senso di calma e serenità, ma anche la pazienza necessaria per dedicarsi alle attività tipiche del luogo come la pesca e il tagliare la legna. Una dimostrazione di come il connubio tra natura e uomo sia possibile ma solo se quest’ultimo fosse in grado di tornare ad una visione più semplice ed umana della vita.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Lois Patiño
  • Fotografia: Lois Patiño
  • Musiche: Ann Deveria
  • Cast: /
  • Sceneggiatura: Lois Patiño

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