Cinema

In Sala. C’era una volta un’Estate

Vincenzo De Divitiis

L’ennesima storia di adolescenti arriva dagli Stati Uniti con la firma di Nat Faxon e Jim Rash, autori di una commedia originale capace di andare oltre lo sfruttamento dei classici cliché.

Negli ultimi decenni i cambiamenti della nostra società hanno modificato anche la tradizionale idea di famiglia con la nascita del concetto di “famiglia allargata”, un nucleo domestico nel quale si ritrovano a convivere sotto lo stesso tetto persone dalle abitudini e stili di vita diversi fra di loro con risultati non sempre benefici, soprattutto per i più piccoli. È questo il quadro raffigurato dai due attori Nat  Faxon e Jim Rash che nel loro film d’esordio alla regia, C’era una volta un’Estate, raccontano con toni leggeri, ma non per questo banali, il percorso di crescita e di riscatto di un quattordicenne emarginato e sofferente per il difficile rapporto con il suo patrigno che poco crede nelle sue capacità.

Duncan (Liam James) è un ragazzino introverso e con evidenti problemi nel relazionarsi con gli altri a causa del feeling mai nato con lo scontroso Trent (Steve Carrell), l’uomo con cui la madre, Pam (Toni Collette), ha intrapreso una nuova relazione dopo il divorzio dall’ex marito. La situazione sembra peggiorare durante le vacanze estive fino a quando il piccolo protagonista conosce Susanna (Anna Sophia Robb), la dolce vicina di casa, e Owen (Sam Rockwell), il guascone membro dello staff del locale parco acquatico, grazie ai quali vivrà esperienze indimenticabili

Il cinema è solito raccontare storie di adolescenti disagiati ed esclusi dalla realtà circostante, ma il più delle volte lo fa ricorrendo a cliché già visti troppe volte e non sempre rispondenti a quell’alone di realismo necessario per tratteggiare al meglio una vicenda simile. Nella storia ideata da Faxon e Rash (autori anche della sceneggiatura), al contrario, il malessere di Duncan non viene causato da un gruppo di bulli o da altre dinamiche tipiche dei telefilm, bensì appare più profondo e legato all’incapacità di riconoscersi in un mondo schiavo di stereotipi nel quale i ruoli si ribaltano con adulti immaturi e propensi solo al divertimenti cui si contrappongono ragazzini capaci di opporsi a tale condizione.

Una realtà frivola in contrasto col microcosmo del parco acquatico in cui a prevalere è la volontà di lasciar cadere ogni forma di pregiudizio e di omologazione, ben incarnata dal bizzarro di Owen (significativa,in tal senso, la sequenza nella quale ammette di preferire il vecchio videogioco Pacman alle tante console moderne). Una figura che Duncan vede come un fratello maggiore dal quale farsi guidare e aiutare a recuperare quella fiducia in se stesso smarrita tra le mura domestiche. Il tutto viene impreziosito dall’ottima prestazione degli interpreti, su tutti quella del giovane Liam James che nelle movenze  e nella mimica facciale riesce ad esprimere alla perfezione il senso di disagio del suo personaggio.


Dettagli

  • Titolo originale: The Way Way Back
  • Regia: Nat Faxon, Jim Rash
  • Fotografia: John Bailey
  • Musiche: Rob Simonsen
  • Cast: Liam James, Steve Carell, Sam Rockwell, Toni Collette, Anna Sophia Robb, Amanda Peet, Maya Rudolph
  • Sceneggiatura: Nat Faxon, Jim Rash

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