In Sala. Il tocco del peccato
Il regista cinese Jia Zhangke, vincitore del Leone d’Oro con Still Life, è nelle sale italiane con un film in quattro parti, ognuna delle quali raggiunge picchi estremi tra realtà e finzione.
A sette anni di distanza dal Leone d’Oro per Still Life, Jia Zhangke torna alla finzione portando sullo schermo morte, lacrime e sangue. Con Il tocco del peccato (A Touch of Sin), il regista cinese indaga la contemporaneità della propria terra, immaginando quattro storie di alienazione, dramma, sopraffazione, collegate da un filo sottile ma consistente: quello della violenza.
La Cina moderna, uno spaccato generazionale, il conflitto tra classi sociali, l’economia audace. Questi i temi delle storie di Zhangke: un minatore esasperato lotta contro la corruzione del proprio villaggio. Un operaio di ritorno a casa per il Capodanno scopre che un’arma da fuoco é l’unica cosa in grado di procurargli emozione. Una remissiva receptionist di un centro benessere viene molestata da un ricco cliente che la spinge a superare i propri limiti e a trasformarsi in qualcosa di pericoloso. Un giovane operaio passa da un lavoro all’altro nel disperato tentativo di migliorare la propria vita, fino ad arrivare ad un gesto estremo.
Come estremi sono i quattro racconti, i quali si snodano tra dinamiche già percorse dal cineasta asiatico, quelle che si rifanno alla commistione tra realtà e finzione, tra intenzione documentaristica e bisogno finzionale. Una macabra danza dai passi svelti e a volte indecifrabili, come le stesse motivazioni causa delle violenze descritte, moventi che vanno penetrati come farebbe una lama nella carne fresca e non semplicemente cercati in qualche infelicità, insoddisfazione personale o sociale. La violenza come unica forma di riscatto, come risposta alla sopraffazione, violenza per violenza, violenza moltiplicata per se stessa e che richiama altra violenza.
Raccontando una realtà così lontana dalla nostra, Il tocco del peccato non può non incuriosire, seppur nella sua congegnata complessità. Jia Zhangke ci offre uno scenario cupo e carico di simbolismo e riferimenti culturali a lui da sempre cari; I suoi attori ci parlano intensamente, gridano di una Cina corrosa dall’industrializzazione e dalle diseguaglianze, gridano vendetta. Immagini pittoriche e potenti, un buon ritmo, sicuramente più commerciale rispetto ai toni compassati dell’inizio ma che comunque fa volare il film verso visioni di più ampio respiro. Tutto questo ed altro ancora è A Touch of Sin, una pellicola lirica, decisamente bellissima e conturbante.
Dettagli
- Titolo originale: Tian zhu ding
- Regia: Jia Zhangke
- Fotografia: Yu Lik-wai
- Musiche: Lim Giong
- Cast: Jiang Wu, Li Meng, Luo Lanshan, Wang Baoqiang, Zhang Jiayi
- Sceneggiatura: Jia Zhangke
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