Musica Nuove Uscite

Ghostpoet – Dark Days + Canapés

Carmen Navarra

Poeta fantasma è il nome d’arte scelto dal poco più che trentenne musicista britannico Obaro Ejimiwe, giunto alla quarta fatica in studio, Dark Days + Canapés. A primo acchito (ma anche ad una conoscenza sonora più approfondita), questo artista versatile, dal rap castigato all’elettronica puntigliosa (Tricky, Massive Attack), dal funk malizioso al rock più o meno filtrato, confeziona un album rabbioso, sulla scia di un atteggiamento molto in voga di questi tempi, quello dell’arte che – stucchevole o meno che possa sembrare – polemizza contro una società – ahinoi – indigesta e futile. Non a caso lo sprezzante e sardonico incipit, One More Sip, simula un singulto (sip) in chiave elettronica, simbolo di un’indignazione che diviene via via più pronunciata durante l’ascolto delle restanti undici tracce: nel singolo che aveva preceduto l’uscita del disco, Immigrant Boogie, Ghostpoet, animato da un sempiterno timbro vocalico cavernoso (si ricordi, a tal proposito, che è stato candidato all’ambitissimo Mercury Prize sia nel 2001 che nel 2005), parla della crisi dei rifugiati (“sotto cieli violenti” i clandestini sono ammassati inerti sulle barche – boogie – menzionate nel titolo), tematica, la suddetta, che viene ripresa anche nel finale (Blind as A Bat…) e che si accompagna a un altro tema scottante, qual è quello dei decessi prematuri sul posto di lavoro (Karoshi, termine giapponese, designa, appunto, la morte per eccesso di lavoro).

Di una mitezza sonora inaspettata, ma puntuale, è Trouble + me permeata, alla stregua di Many Moods at Midnight, da un certo rock alternativo rimandante ai primi Radiohead (Ok Computer, 1997), dimensione sonora via via più evidente; Live>Leave, amabile calembour, è il pezzo più fruibile del disco, dotato di una fortissima identità rock. Improbabili venature post punk (Freakshowe) si fondono all’eleganza “blues” di Dopamine If I Do e Woe Is Meee, le più retrospettive del disco, l’ultima delle quali (ri)vede la collaborazione, già sperimentata negli anni passati, con Daddy G dei Massive Attack.
Dark Days + Canapés è un disco prezioso e di non facile lettura, che contiene, tuttavia, gli elementi necessari a rendere paradossalmente più visibile questo poeta fantasma: non più ancorato ad intuizioni sonore disordinate (Some Say I So I Say Light, 2013), Ghostpoet riesce a cantare con lucidità e maestria i nostri giorni senza luce.



Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti