Cinema

In Sala. Venere in pelliccia

Valentina Esposito

Un gioco di scatole cinesi, di lezioni di teatro in una lezione di cinema nell’adattamento cinematografico di un adattamento teatrale, il tutto ad opera di Roman Polanski.

Un teatro, un testo da mettere in scena e stravolgere, un’attrice e un regista: sono gli ingredienti essenziali di cui si serve Roman Polanski per il suo Venere in Pelliccia, e che lavorando in sottrazione stupisce con una commedia intelligente, sospesa tra leggerezza, suspense e riflessione.

In una grigia giornata di pioggia, il regista Thomas (Mathieu Amalric) depone le armi nella ricerca disperata di un’attrice che possa incarnare perfettamente la sua Vanda, protagonista del romanzo Venus in Fur scritto nell’ottocento da Leopold von Sacher-Masoch, di cui ha curato l’adattamento. Inaspettatamente però si presenta un’attrice (Emmanuelle Seigner) dal fare malizioso e un po’ volgarotta che insiste per essere provinata nonostante le audizioni si siano chiuse da molto. Sotto gli occhi sbalorditi del regista l’attrice con la sua delicata ma arguta e attenta interpretazione riesce ad incantarlo, coinvolgendolo in un sottile gioco di ruoli, di parti e di seduzione al punto tale da confondere le identità prestabilite, al ritmo concitato delle battute della sua pièce teatrale.

Presentato al Festival di Cannes 2013 e tratto dallo spettacolo teatrale Venus in Fur di David Ives, che ha collaborato alla sceneggiatura insieme a Polanski, il film si presenta come una lezione di teatro che si racchiude in una lezione di cinema passando per la vita: si potrebbe forse riassumere così la pellicola del regista franco-polacco, ed eppure non basterebbe per le svariate suggestioni che offre.

E’ grande la sfida perché non è facile riuscire a mantenere sempre alta l’attenzione dello spettatore quando gli elementi su cui concentrarsi sono ridotti all’osso. La prova però è magnificamente superata grazie anche alla magistrale bravura della Seigner e di Amalric che si coordinano alla perfezione scena dopo scena, nei panni del dominatore e del dominato. E’ un gioco di scena, di sensualità, d’amore e di vita a più strati, come il piano sequenza ad incastro che apre e chiude il film, tra donna/uomo e tra attrice/regista che si fa protagonista assoluto del film in un climax che confonde lo spettatore e gli stessi personaggi.

Un gioco che si manifesta nel contenuto quanto nella sua forma presentando più livelli di interpretazione: non perché ognuno scelga il suo preferito e ad uno sostituisca l’altro, ma piuttosto li cucia uno sull’altro accettando la doppia verità/essenza che caratterizza gli esseri umani quanto la segreta natura delle circostanze. E l’Arte nelle sue possibili forme non è che la cruda e dolce testimonianza di questo doppio, principio della vita stessa.


Dettagli

  • Titolo originale: Venus in Fur
  • Regia: Roman Polanski
  • Fotografia: Pawel Edelman
  • Musiche: Alexandre Desplat
  • Cast: Emmanuelle Seigner, Matheiu Amalric
  • Sceneggiatura: David Ives, Roman Polanski

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti