Tir
La vita a bardo di un tir è alienante, schiavizzante, poco nobilitante secondo il film di Alberto Fasulo.
Conosciuto ed apprezzato documentarista italiano, in particolare per il suo lavoro d’esordio del 2008, che si intitolava Rumore Bianco, presentato in numerosi festival internazionali ed uscito addirittura nelle sale distribuito da Tucker Film, Alberto Fasulo fa il suo esordio nel mondo della fiction in concorso al Festival del Cinema di Roma 2013 con Tir, racconto on the road dei precari dei trasporti su gomma.
Il film narra le vicende di Branko, divenuto da poco camionista per cercare di sfuggire alla precarietà del suo lavoro d’insegnante, in quanto adesso guadagna il triplo rispetto ad allora. Il problema però sono le diverse condizioni di vita: quello di camionista è un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante, che Branko cerca eppure di nobilitare, mettendoci tutto il suo impegno, l’efficienza, l’ostinazione.
Quello che colpisce subito di questo film è il continuare a mantenere uno stile documentarista piuttosto che classicamente narrativo per tutta la durata del film: questo perché l’obiettivo di Fasulo è quello di mostrare le condizioni di vita dei lavoratori del trasporto pesante su gomma, e non quella di raccontarci una storia ben definita.
Quella di Branko, con i suoi problemi (la moglie, il figlio, i soldi, ecc.) è un po’ archetipizzante quella di tutti coloro che scelgono di intraprendere questo lavoro, capace di dare ben poche soddisfazioni per la maniera con cui esso viene realizzato; per questo motivo, Tir si avvicina molto di più al cosiddetto “cinema del reale” con cui oggi si definiscono i documentari, fermo restando che anche questi ultimi in realtà (soprattutto quelli che si discostano dallo stile tradizionale) non sempre completamente fedeli alla verità, ma hanno comunque una scrittura sotterranea, che però non li rende meno veri (e d’altronde, quando punti una telecamera verso qualcosa stai già alterando la verità, poiché condizioni l’ambiente in cui filmi).
Tir è un film che funziona in questo senso, poiché riesce a rendere esattamente questa visione che si era prefissato, anche attraverso l’uso di inquadrature scarne, a camera fissa (la quasi totalità del film è ambientata in un tir, appunto) che fanno risaltare il lato umano di Branko, conferendogli spessore. Un buon film italiano, e già questa dovrebbe essere una notizia.
Dettagli
- Titolo originale: Tir
- Regia: Alberto Fasulo
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Documentario
- Fotografia: Alberto Fasulo
- Produzione: Italia, Croazia
- Cast: Branko Završan, Lučka Počkja, Marijan Šestak
- Sceneggiatura: Alberto Fasulo, Enrico Vecchi, Carlo Arciero, Branko Zavrsan
- Altro: Premio miglior film al Festival di Roma 2013