In Sala. Something Good
Dopo anni di silenzio, l’attore Luca Barbareschi torna nel mondo del cinema e lo fa come regista in un thriller drammatico sulle truffe alimentari ed i cibi contraffatti.
Con un percorso artistico discontinuo, a volte intrigante a volte un po’ meno, torna a respirare e a mangiare cinema Luca Barbareschi, e lo fa con un thriller molto particolare, che basa la propria essenza su un tema originale: la contraffazione alimentare. Con Something Good, un titolo che rende a meraviglia la sostanza della stessa pellicola, il regista italiano si confronta con un cast straniero e con la recitazione in lingua inglese, due elementi da non sottovalutare affatto.
Dall’Italia ad Hong Kong è il viaggio che compie Matteo (lo stesso Barbareschi), un contrabbandiere di una certa esperienza di alimenti adulterati, cibi “contraffatti” e una truffa globale che si fa beffe della morte stessa, anche se a rimetterci sono i più piccoli. Il nostro protagonista, un antieroe per antonomasia, non è certo un uomo appesantito da scrupoli e coscienza, almeno fino all’incontro a suon di mestoli con una bella chef del posto, – Xiwen (Zhang Jingchu) – orfana di un figlio proprio a causa del “food” artificioso che viene commerciato in una Cina sempre più occidentalizzata.
Anche se tra spizzichi e bocconcini vari, Something Good appare sin dalle prime battute come un thriller drammatico che non tutti digeriranno allo stesso modo, ma comunque da non sottovalutare per i notevoli elementi di originalità e per la fotografia, curatissima, di Arnaldo Catinari, che compie un viaggio pindarico dalla campagna color terra alla metropoli grigia e fredda. Se la fotografia, quindi, e il tema principale del lungometraggio sono elementi di forza di quest’ultimo, la debolezza sta nell’intreccio: non c’è mordente, non c’è quel brivido vitale che terrebbe in piedi il “giallo e il nero” di cui dovrebbero tingersi le vicende che, invece, scivolano troppo nel “rosa”. La denuncia sociale, la ribellione ad un concetto imprenditoriale che miete vittime, cede il passo alla redenzione di un personaggio, quel Matteo che cambia repentinamente registro, forse un po’ troppo…
Eppure, nonostante la deviazione verso la love story, non si è riusciti a scandagliare in maniera profonda le due anime coinvolte. Un film “diluito” quest’ultima opera di Barbareschi che manca sì di suspense, di incisività, ma che si lascia guardare con facilità grazie ad una confezione attraente. Insomma, una bella scatola regalo con contenuto – purtroppo – non proporzionato.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Luca Barbareschi
- Fotografia: Arnaldo Catinari
- Musiche: /
- Cast: Luca Barbareschi, Zhang Jingchu, Carl Ng, Frank Crudele, Branko Djuric, Alessandro Haber, Kenneth Tsang, Gary Lewis
- Sceneggiatura: Francesco Arlach, Luca Barbareschi, Anna Pavignano
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