I corpi estranei
L’incontro tra un italiano e un nordafricano è un incontro/scontro fatto di paura e disperazione nell’opera seconda di Mirko Locatelli.
Al quinto giorno di Festival del Cinema di Roma arriva il turno del primo dei tre italiani in concorso, ovvero I corpi estranei, opera seconda di quel Mirko Locatelli che sette anni fa aveva ben impressionato il pubblico del Festival di Venezia con Il primo giorno d’inverno e che negli anni ha affiancato ai film di fiction anche una cospicua attività di documentarista.
I corpi estranei è un film che narra del disprezzo nei confronti degli arabi, uno dei temi radicati nella nostra società, dovuto anche e soprattutto da una contrapposizione religiosa, ma anche della comunione di uomini in momenti di difficoltà, e vede al centro della storia il protagonista, Antonio, interpretato dall’ormai onnipresente Filippo Timi.
Antonio è solo a Milano con il suo bambino, Pietro, affetto da una grave malattia, che li costringe ad arrivare al Nord per cercare uno spiraglio di salvezza. Jaber, invece, quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali, dopo essere migrato in Europa da poco dal Nord Africa a causa degli scontri della primavera araba. L’ospedale è il genius loci del film dove entrambi sono costretti a sostare: Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef. Dalle relazioni tra i due andrà in moto il film, tra diffidenza e disperazione, due anime impaurite in due corpi “estranei”.
Il film si inserisce, purtroppo, nei canoni tipici del classico film drammatico italiano: lunghe pause, pochi dialoghi, pochi movimenti di macchina, in uno stile che negli anni ha prodotto soltanto pochi prodotti effettivamente validi. Non è assolutamente il caso di questo film, che sguazza nella mediocrità visiva e tecnica e nell’assoluta mancanza di una solida sceneggiatura, che è scritta in maniera tale da suscitare la noia dello spettatore già dopo pochi minuti dall’inizio del film.
Timi, monoespressivo, con una parlata che cambia continuamente cadenza dialettale (prima napoletana, poi barese, poi romana), è assolutamente poco credibile, lasciato in balia del film come una barchetta nell’oceano, non contribuisce anzi peggiora il già macilento film. La colonna sonora, firmata dai Baustelle, è usata semplicemente prendendo dei temi strumentali tratti dall’ultimo album del gruppo toscano, messi con il contagocce durante il film, straniando completamente l’effetto e rendendo la loro presenza – sostanzialmente – vana. Da evitare.
Dettagli
- Titolo originale: I Corpi Estranei
- Regia: Mirko Locatelli
- Anno di Uscita: 2013
- Genere: Drammatico
- Fotografia: Ugo Carlevaro
- Musiche: Baustelle
- Produzione: Italia
- Cast: Filippo Timi, Jaouher Brahim, Gabriel De Glaudi, Tijey De Glaudi, Dragos Toma, Naim Chalbi, El Farouk Abd Alla
- Sceneggiatura: Mirko Locatelli, Giuditta Tarantelli