È sempre piacevole lasciarsi catturare dalla freschezza dell’immagine sul cartellone di un film, dalla promessa di divertimento contenuta nel trailer, per poi confermare quelle sensazioni una volta visto il film in questione: per Questione di tempo è stato così.

Certo, non è un caso che sul bel manifesto ci sia il viso ridente di Rachel McAdams, già di per sé un ottimo biglietto da visita per qualsiasi commedia romantica. Non solo, ma il film britannico porta la firma di Richard Curtis (autore, tanto per citarne uno, di Notting Hill) a garanzia di qualità.

La storia è quella di Tim (Domhnall Gleeson), impacciato e rossiccio ventunenne della Cornovaglia che apprende dal padre un segreto che gli cambierà la vita: gli uomini della sua famiglia possono viaggiare nel tempo, per cambiare momenti del proprio passato e rivivere meglio il presente. L’incontro con l’amore, nella persona di Mary (McAdams), si tinge di comicità con i viaggi all’indietro di Tim, che cerca di fare tutto per il meglio e di impressionare la ragazza.

Assolutamente singolare è la scena del ristorante al buio, dove i due si conoscono per la prima volta e che bene accompagna l’idea di cominciare più volte una relazione con uno sconosciuto. Tim ha un cuore d’oro e dovrà ricorrere non poche volte al suo potere di tornare indietro nel tempo per cercare di tenere insieme tutti i suoi affetti – dalla stramba sorella all’amatissimo padre – e non perderne nessuno.

La scrittura di Curtis si dimostra per la maggior parte del tempo brillante e intelligente, tanto nei dialoghi quanto nel sottotesto; soltanto nell’ultima parte, per forza di cause, il film tende a diventare più didascalico e meno ironico per tirare fuori il messaggio reale della storia, comunque non scontato e inevitabilmente romantico. La varietà delle situazioni, alcune delle quali poco viste al cinema e insolite, è sicuramente uno dei punti di forza della sceneggiatura: si pensi alla bellissima scena del matrimonio funestato dalla bufera che si svolge sulle note de Il mondo di Jimmy Fontana, o alla scena sequenza in metropolitana per rendere lo scorrere del tempo.

Allo stesso modo la regia non è priva di scelte originali, che riescono a valorizzare sia i personaggi che le ambientazioni, entrambi gli elementi rappresentati nella bellezza dei toni pastello, spesso a contrasto dei nitidi paesaggi della Cornovaglia.

In un 2013 per niente prodigo in termini di commedie romantiche, Questione di tempo basta già da solo a colmare, almeno qualitativamente, questo vuoto.