Cinema Festival Venezia Film Festival 2013

Gravity

Marina Niceforo

Alfonso Cuarón inaugura la 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con un film fuori concorso ambientato nella desolazione dello spazio, immenso quanto la donna astronauta che lo riempie con la sua presenza, Sandra Bullock

Era uno dei film più attesi di questa edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e, all’arrivo della troupe al Lido, il fermento era alle stelle tanto da parte del pubblico quanto da parte della stampa: per entrambi, dopo la première si moltiplicano i commenti entusiastici sul thriller sci-fi Gravity del regista messicano Alfonso Cuarón, il cui ultimo lavoro era stato il futuristico I figli degli uomini.

La vita nello spazio non è possibile. Il messaggio appare all’inizio del film, ma anche se non ci fosse lo si capirebbe bene fin da subito: l’avventura nello spazio di George Clooney (il tenente Matt Kowalsky) e Sandra Bullock (la dottoressa Ryan Stone) è una di quelle in cui proprio niente va per il verso giusto, anzi, tutto peggiora sempre più, in una escalation di tensione da togliere il fiato e da desiderare di non voler mai mettere piede fuori dall’atmosfera terrestre – anzi, letteralmente togliere i piedi da terra.

È nota a tutti la passione di Cuarón per lo spazio e per gli astronauti, e si vede: le immagini del nostro pianeta da lassù e quelle dei piccoli uomini in tuta bianca che fluttuano nel silenzio totale non potrebbero essere più belle, grazie soprattutto alla fotografia del maestro Emmanuel Lubezki. L’uso del 3D è gestito nella maniera più corretta, donando una profondità di campo coinvolgente, esaltante per la costruzione visiva ed emotiva delle scene. Come il regista ha dichiarato in conferenza stampa, infatti, il suo obiettivo era proprio quello di riuscire a creare un collegamento emotivo con lo spettatore, e di portarlo all’interno della storia attraverso la comune esperienza della difficoltà, seppure qui si tratti di un’esperienza tutt’altro che comune. Il tutto affidato ad una sceneggiatura, scritta dal regista insieme al figlio Jonás Cuarón, quasi da manuale.

Non solo immagini esteticamente bellissime ed affascinanti – come non citare alcuni vezzi come la scena delle singole tear-drops, gocce di lacrime – dunque, ma anche e soprattutto una storia impossibile, che poteva essere difficile affidare solo a due protagonisti. Malgrado le informazioni necessarie per conoscere il passato e la motivazione della dottoressa Stone passino in maniera un po’ “di servizio”, una volta entrati nella storia non si ha nemmeno bisogno di capire tanti perché per legarsi profondamente alla situazione dei due personaggi, e preoccuparsene considerevolmente.

Fondamentale la personalità di Clooney per il suo personaggio; immensa l’interpretazione di Sandra Bullock: una volta lasciata a lei la totalità della scena, non si può che rimanere senza parole davanti alla sua abilità di recitare con tutto il corpo, più che con le parole.

Un inizio davvero grandioso per il Festival di Venezia, malgrado questa edizione non offra, almeno sulla carta, gli stessi grandi nomi degli anni scorsi.


Dettagli

  • Titolo originale: Gravity
  • Regia: Alfonso Cuaron
  • Anno di Uscita: 2013
  • Genere: Fantascienza
  • Fotografia: Emmanuel Lubezki
  • Musiche: Steven Price
  • Costumi: Jany Temime
  • Produzione: UK, USA
  • Cast: George Clooney, Sandra Bullock
  • Sceneggiatura: Alfonso Cuaron, Jonas Cuaron

Una selezione delle notizie, delle recensioni, degli eventi da scenecontemporanee, direttamente sulla tua email. Iscriviti alla newsletter.

Autorizzo il trattamento dei dati personali Iscriviti