Editoriale Arti Visive Ottobre ’12
Parlare di arti visive vuol dire parlare di una manifestazione delle arti che fa parte sin nelle ossa della nostra cultura nazionale; siamo stati il paese natale di pittori come Raffaello e Caravaggio, di scultori come Canova e Pomodoro, di architetti come Bernini e Fuksas, e così via l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Parlare di arti visive vuol dire parlare di una manifestazione delle arti che fa parte sin nelle ossa della nostra cultura nazionale; siamo stati il paese natale di pittori come Raffaello e Caravaggio, di scultori come Canova e Pomodoro, di architetti come Bernini e Fuksas, e così via l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Dimostrazione di essere stati un paese con una storia culturale ricca e che soprattutto fa parte di noi, del nostro modo di vivere e di intendere, della nostra mentalità. Rispetto a un paio di secoli fa, però, i meccanismi dell’arte sono molto cambiati: adesso siamo molto più regolati dal mercato dell’arte, dall’impatto mediatico, dalla comunicazione, dalle mode, di quanto lo fossero a loro tempo Hayez o Pellizza da Volpedo; la grande sfida è cercare di restare competitivi in questo mondo iper-globalizzato, dove pure non mancano le eccellenze italiane (vedi l’architettura, o il design). La sfida di Scene Contemporanee sarà cercare di raccontare questo mondo, attraverso le interviste ai personaggi più interessanti, o guidandovi nel mondo delle fiere e delle mostre d’arte, con l’obiettivo di farvi scoprire un nuovo orizzonte, quello artistico. L’Italia è il maggior esportatore all’estero di prodotti di design, segno che c’è ancora una vitalità e un flusso di nuove idee, anche da parte delle nuove generazioni; questo deve essere il motore per farci ripartire, anche a livello di sviluppo-paese, che può e deve partire anche dalle arti visive, proprio in virtù di essere parte del nostro humus.