Cinema

Il grande Gatsby

Marina Niceforo

Lo sfarzo, il lusso e l’esagerazione esibizionista dei colori dell’australiano Baz Luhrmann hanno aperto la 66esima edizione del Festival di Cannes e sono ora disponibili nelle sale di tutti gli italiani, accolti dal sorriso sfavillante del Gatsby di Leonardo DiCaprio.

Era uno dei film più attesi dell’anno e, prima ancora di uscire nelle sale italiane, già veniva sommerso da pareri contrastanti della critica dopo la presentazione al Festival di Cannes di mercoledì sera. Da ieri Il grande Gatsby di Baz Luhrmann è arrivato anche al pubblico italiano, che al contrario lo accoglie fin da subito così come Gatsby stesso fa con i suoi ospiti, con un rassicurante sorriso.

È vero, tuttavia, che nella imponente versione del regista australiano si accumulano pregi e difetti che danno ragione all’una e all’altra parte, e che in un certo senso bilanciano il giudizio finale. Sarebbe erroneo paragonare questo Gatsby con quello decisamente “canonico” di Jack Clayton del 1974 (con Robert Redford e Mia Farrow), così come con il testo originale di Francis Scott Fitzgerald, per quanto questa trasposizione non ne sia del tutto lontana.

Il regista di Romeo + Juliet, Moulin Rouge e Australia, si sa, è abilissimo a caricare i contrasti, tanto quelli visivi che quelli tra i personaggi delle sue storie, e anche qui gli va riconosciuto questo merito: laddove gli anni ’20 appaiono così simili a quelli di oggi in termini di ineguaglianze sociali, sregolatezza e voglia di potere, sono comprensibili anche la cornice narrativa creata ad hoc in cui Nick Carraway/Tobey Maguire scrive da un ospedale psichiatrico, e l’esagerazione dei “tipi” e delle situazioni (ovviamente, le feste nel castello di Gatsby), tutte accompagnate da una intrigante colonna sonora contemporanea prodotta dal rapper Jay-Z. Ma la magnificenza dell’impianto scenico, dei costumi, e la ricchezza visiva dell’intero film si devono anche ad un folle budget di realizzazione (105 milioni di dollari), che ultimamente caratterizza i colossal di Luhrmann.

Tante scintille, dunque, ma poche ad illuminare il cuore. Dispiace ammettere che, per chi crede che il potere del cinema sia sempre e comunque basato sull’efficacia narrativa di una storia, anche quando il film arriva più strettamente alle vicende amorose del maggiore Jay Gatsby e della frivola Daisy – e se Leonardo DiCaprio è perfetto in questo ruolo, non sempre si può dire lo stesso della compagna di scena Carey Mulligan – il Luhrmann sceneggiatore non riesce ad accendere la trama di quel dramma che in passato lo ha reso moderno cantore dell’opera in grande stile. E, pecca più grave, insieme a Craig Pearce propone dei dialoghi che tolgono tutto il fascino ad un romanzo che aveva fatto dell’indeterminatezza la chiave del suo successo.


Dettagli

  • Titolo originale: The Great Gatsby
  • Regia: Baz Luhrmann
  • Fotografia: Simon Duggan
  • Musiche: Jay-Z
  • Cast: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Amitabh Bachchan, Jason Clarke, Elizabeth Debicki
  • Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce

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