Cultura & Sviluppo

Palermo Arabo Normanna diventa Patrimonio dell’UNESCO

Gabriella Bologna

 

Un itinerario attraverso i luoghi più significativi dello straordinario medioevo palermitano, un melting pot di culture che si riflette in un’architettura unica al mondo. E’ questo che ha convinto il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO a inserire nella world heritage list di alcuni monumenti del capoluogo siciliano. La comunicazione ufficiale è stata data pochi giorni fa a Bonn, dopo un lungo iter di valutazione della candidatura.

Il percorso arabo-normanno attraversa alcuni dei monumenti più significativi della città: la Cattedrale, Palazzo Reale, Cappella Palatina, San Giovanni degli Eremiti, la Chiesa della Martorana, San Cataldo e La Zisa, e include anche il Duomo di Monreale e quello di Cefalù.

Il sincretismo culturale su cui si fonda la dominazione Normanna in Sicilia nell’XI e XII secolo è lo specchio in cui si riflettono l’architettura e le arti. Molti dei monumenti inseriti nella World Heritage List furono realizzati sotto i sovrani normanni con maestranze arabe e decorazioni bizantine. Alcuni (il Duomo di Cefalù) presentano elementi dell’architettura normanna tipici del nord Europa, altri (la Zisa) sono veri e propri “sollazzi”, luoghi di piacere con caratteristiche tipicamente arabe come le “mouquarnas”, inseriti all’interno di fertili giardini.

La stratificazione delle culture compresenti nel medioevo siciliano raggiunge il suo punto più alto in quel gioiello architettonico e decorativo che è la Cappella Palatina all’interno del Palazzo dei Normanni: un soffitto ligneo di mouquarnas dipinte unico al mondo, pianta basilicale latina a tre navate, mosaici bizantini con il Christo Pantocrator nell’abside e uno splendido cero pasquale romanico.

E se la cappella Palatina è già tra i monumenti più noti della città, per altri questa è l’occasione di una vera riscoperta: il Palazzo della Zisa, lentamente restituito al suo splendore negli ultimi decenni, che custodisce all’interno numerosi oggetti d’arte islamica tra cui uno dei simboli della convivenza tra popoli: un’iscrizione lapidea cristiana del 1149 in quattro lingue: ebraico, latino, greco bizantino e arabo.

Un successo per le istituzioni cittadine che hanno lavorato per anni alla candidatura e una porta aperta verso un futuro di valorizzazione e turismo.

 



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