Al Parco della Favara di Palermo il Premio Carlo Scarpa
E’ uno dei gioielli nascosti di Palermo il vincitore della XXVI edizione del Premio internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, promosso dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche.
Il castello di Maredolce e il Parco della Favara, oggi inseriti nel quartiere Brancaccio, in un contesto sociale e urbano particolarmente difficili, conservano ancora la testimonianza della cura del paesaggio che fu propria degli arabi e dei normanni nel medioevo siciliano. Sapienza idraulica romana e tecniche di irrigazione arabe trasformarono un terreno dalle acque abbondanti ma in parte paludoso in uno splendido giardino di palme e agrumi che il sovrano normanno Ruggero II coronò con la magnifica residenza reale di Maredolce nel XII secolo.
Abbandonato per secoli e aggredito da speculazione edilizia e costruzioni abusive, l’antico parco di quaranta ettari è oggi ridotto a soli venticinque, ma conserva ancora in parte l’agrumeto e le tracce di un antico lago con una piccola isola. Il castello e il parco circostante sono stati, nel corso degli ultimi anni, oggetto di un lungo e difficile lavoro di riqualificazione e restauro da parte della Soprindentenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, a cui va il merito della vittoria di questo premio.
Come afferma il Comitato Scientifico della Fondazione Benetton nelle motivazioni dell’assegnazione “questo luogo, frutto di un processo di lunga durata, testimonia il valore di una cultura del paesaggio e l’urgenza di riconoscerne il ruolo nel nostro tempo: in relazione alle testimonianze storiche evidenti nei manufatti e nella sua configurazione, ma anche alla presenza imprescindibile di un grande spazio aperto – il “giardino” della Favara e Maredolce – che insieme alle pietre, alle acque e agli artifici dell’uomo, esprime oggi il valore della cura e del governo responsabile da parte delle istituzioni e quello della comunità che trova qui il senso di appartenenza a un paesaggio oltraggiato”.
Ogni anno la Fondazione conferisce il premio a una realtà che contribuisce a elevare e diffondere la cultura di cura del paesaggio per salvaguardare e valorizzare “i patrimoni autentici di natura e di memoria”. L’obiettivo è far conoscere programmi lungimiranti di rinnovo, pratiche quotidiane di cura e manutenzione, armoniosa convivenza di patrimoni naturali, sedimenti culturali e presenze umane, attraverso un lavoro estraneo a ogni fenomeno effimero o ricerca d’effetto. Negli scorsi anni il premio era andato a due villaggi della Bosnia orientale, all’orto di Skrudur in Islanda, al Bosco di Sant’Antonio a Pescocostanzo in Abruzzo e al villaggio di Taneka Beri in Benin.