Fontane rinascimentali ed edicole barocche. Napoli ritrova i suoi monumenti nascosti
Ci sono tante storie da raccontare sui quartieri storici di Napoli. Storie che riguardano quei luoghi e le persone che li abitano, e non si sono rassegnati all’abbandono e al degrado.
Nel quartiere di Porta Capuana, al centro della storia rinascimentale della città, ci sono straordinari monumenti (la Chiesa di Santa Caterina a Formiello, la Porta Capuana, le torri delle mura aragonesi, il Castel Capuano) spesso abbandonati a un ordinario degrado.
È per questo motivo che l’associazione culturale Le due sirene (http://leduesirene.it/restauro) fondata da due giovani sorelle, ha deciso di rimboccarsi le maniche e fare quello che le amministrazioni distratte non fanno quasi più: restaurare un monumento. È partito così alcuni mesi fa il progetto di ripristino della Fontana del Formiello e dell’edicola monumentale di San Gennaro.
La fontana monumentale è un gioiellino rinascimentale costruito nel 1573, probabilmente su una preesistente struttura medievale. La sua storia si intreccia con quella dei re (Pietro d’Aragona fece collocare sul piedistallo la statua di Filippo IV, in seguito rimossa, e successivamente fu posto lo stemma reale degli Asburgo) e il susseguirsi delle tendenze architettoniche: smontata sul finire dell’Ottocento, fu ricostruita solo nel 1930. Nei quattro medaglioni sono scolpiti a bassorilievo due volti virili e due muliebri, identificabili forse con le Quattro Stagioni, e la loro eleganza classica ci ricorda che il Rinascimento non fiorì soltanto a Firenze ma tutto il nostro Paese è costellato di grandi e piccoli monumenti sparsi per vie e vicoli, piazze, chiese e cimiteri. Circa duecento anni dopo fu costruita l’edicola di San Gennaro sul sagrato della chiesa di Santa Caterina, progettata da Ferdinando Sanfelice con sculture di Lorenzo e Domenico Antonio Vaccaro d’inizio XVIII secolo.
Con il benestare della Sovrintendenza il restauro dei due monumenti è iniziato da qualche settimana e durerà circa tre mesi. L’intervento prevede la rimozione dello sporco e di scritte vandaliche, l’utilizzo di stuccature e ricostruzioni plastiche per colmare le lacune. I generosi fondi messi a disposizione dall’associazione Le due sirene però non bastano: è aperta una campagna per contribuire al finanziamento dei lavori.