BiblioPride 2012
Giornata nazionale delle bilbioteche
Un occasione di confronto su un tema che molto spesso non emerge nel dibattito mediatico ma che è indispensabile per lo sviluppo della cultura: la salvaguardia e lo sviluppo delle biblioteche. Questo il tema al centro di BiblioPride, la giornata nazionale delle biblioteche organizzata dall’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) sabato 13 Ottobre a Napoli, ma con diramazioni ed iniziative collaterali sparse un po’ per tutta Italia. L’idea nasce da un appello, lanciato circa un anno fa da Carlo Ghilli, direttore della Biblioteca Comunale “R. Fucini” di Empoli, il quale raccontava che “parlando con i colleghi, mi è venuta l’idea di una grande manifestazione di bibliotecari, biblioteche, utenti e amici delle biblioteche” , aggiungendo che l’evento doveva essere “un grido di orgoglio da affiancare ai congressi e alle riunioni; una manifestazione che dimostri al Paese, quanto siamo fieri (perché, bisogna dircelo: lo siamo) per la professione che svolgiamo e per i servizi che gestiamo”.
Di particolare interesse è stato, per il tema trattato, il seminario che si è tenuto in mattinata presso la chiesa di San Giacomo Maggiore: “Fatti, non promesse. Un’agenda per le biblioteche italiane”, che verteva sull’importanza che hanno le biblioteche nel tessuto connettivo del paese e nelle potenzialità che esse hanno per il suo sviluppo sociale ed economico. Luoghi che sono posti in disparte nell’agenda culturale del paese, ma che possono rappresentare un momento di arricchimento territoriale e di coesione sociale non indifferente; al riguardo abbiamo sentito Claudio Bocci, direttore di Federculture e relatore al seminario, che ci ha spiegato che “Il BiblioPride è una giornata di forte carattere simbolico utile a riaffermare il valore centrale delle biblioteche come servizio pubblico rivolto alla promozione della lettura e della conoscenza. Le oltre 6.000 biblioteche comunali rappresentano un capillare sistema di ‘presîdi culturali territoriali’ che, se opportunamente valorizzati e integrati con altri servizi (musei, teatri, archivi, laboratori didattici, ecc.) possono fornire un impulso decisivo a sostenere un nuovo sentiero di crescita basato sulle produzioni culturali e sull’economia della conoscenza. Con opportuni investimenti pubblici, inoltre, le biblioteche possono anche diventare altrettanti ‘nodi di rete’ di una dorsale tecnologica che dovrebbe trovare un adeguato spazio nell’agenda digitale lanciata recentemente dal governo per una nuova qualità dello sviluppo”.
Anche Claudio Calveri, project manager del progetto Napoli Città della Letteratura UNESCO, si muove lungo la stessa lunghezza d’onda: “Il sistema bibliotecario sta affrontando un cambiamento epocale delle abitudini e dei consumi di lettura in tutto il mondo. L’unica possibilità è che esse evolvano, cogliendo nuove opportunità offerte dal digitale (basti pensare agli USA, dove nelle biblioteche cominciano a vendersi gli e-book) e rinnovare la propria immagine ed interazione col pubblico (come le biblioteche trasformate in ‘Idea Store’ in Inghilterra, tra l’altro su progetto di una esperta italiana). Molti studi rivelano che l’alfabetizzazione tra i giovani – contrariamente a quanto ritenuto normalmente – ha raggiunto tassi elevati, grazie agli stimoli regalati dai nuovi device tecnologici. Basta cogliere le occasioni insomma, svecchiare il modo di pensare prima ancora delle strutture”.
Il recupero delle biblioteche è anche un recupero del patrimonio del nostro tempo, che non può e non deve essere sprecato perché racconta la nostra storia, ciò che eravamo e ciò che saremo; e se a questo lato antropologico, già di per sé importante, ci coniughiamo il lato economico e di sviluppo territoriale, allora ciò che prima diventava quantomeno un dovere morale ora diventa un’occasione da cogliere.