I Cantieri Culturali di Palermo ripartono da ‘AZĪZA
Nasce con un gioco di parole, ‘AZĪZA (da Ziz “fiore” il nome punico di Palermo e al-‘Aziza, il termine arabo per indicare il palazzo della Zisa), la mostra di arte contemporanea aperta ai Cantieri Culturali alla Zisa.
Nasce con un gioco di parole, ‘AZĪZA (da Ziz “fiore” il nome punico di Palermo e al-‘Aziza, il termine arabo per indicare il palazzo della Zisa), la mostra di arte contemporanea aperta ai Cantieri Culturali alla Zisa, uno dei simboli della rinascita culturale della città che l’amministrazione del Sindaco Orlando intende promuovere nell’ambito delle iniziative per la candidatura di Palermo Capitale Europea della Cultura 2019. Un percorso non facile, quello del recupero dei padiglioni delle ex officine Ducrot, che per decenni ha segnato l’interesse altalenante della politica per uno spazio dal potenziale altissimo ma anche dagli alti costi di restauro, mantenimento e gestione di quella che potrebbe diventare una vera e propria “cittadella” della cultura.
La nuova amministrazione Orlando, che già nei precedenti mandati ne aveva voluto fortemente l’apertura, punta su una nuova fase di recupero e valorizzazione che forse vedrà finalmente realizzarsi il progetto di ridare vita a tutti gli spazi di questo grande complesso di archeologia industriale.
Con queste premesse era stato avviato alcuni mesi fa “IN WORK_Artisti per ZAC”, un progetto/laboratorio con il coinvolgimento di circa 70 artisti, in parte studenti o ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. La mostra ‘AZĪZA, curata dal Comitato Scientifico e da ZisaLab, laboratorio di laurea della Facoltà di Architettura coordinato da Giuseppe Marsala, è il risultato di questo lavoro, frutto di scambi e di incontri tra artisti di diversa provenienza le cui opere si intrecciano nel grande padiglione ZAC (Zisa Zona Arti Contemporanee) e nello Spazio Due Navate.
Mentre Claudia di Gangi attraversa sui pattini il lungo spazio di ZAC nel corso di varie performance (la video installazione Just as the last emperor è visibile nello Spazio Due Navate), pittura, fotografia e installazioni riflettono sugli spazi dei Cantieri, sulla città e sul rapporto con l’esterno, dal Grande teatro di Andrea Mineo, realizzato con materiali di scenografie abbandonate, al fotocollage L’Osservatore di Roberto Rinella che crea un “panorama impossibile” costruito con immagini di Palermo e altre città.
Un buon inizio per questa nuova stagione dei Cantieri che di strada devono farne ancora tanta, a partire dalle operazioni più semplici che non necessariamente comportano grandi investimenti (tenere puliti gli spazi delle gallerie e assicurarsi che i video delle installazioni siano tutti funzionanti). E forse un giorno non troppo lontano, accanto a mostre, biblioteche e cinema nei padiglioni restaurati, vedremo rifiorire anche i giardini.