Profonda Siberia: fotografie di Sebastião Salgado
Otto anni per esplorare i luoghi più incontaminati della terra, dove uomo e natura sono ancora in perfetta sintonia.
Otto anni per esplorare i luoghi più incontaminati della terra, dove uomo e natura sono ancora in perfetta sintonia. Il progetto Genesis del fotografo brasiliano Sebastião Salgado è un omaggio all’essenza della vita sulla terra. “This project is designed to reconnect us to how the world was before humanity altered it almost beyond recognition” dichiara l’autore. “I have named it Genesis because, as far as possible, I want to return to the beginnings of our planet: to the air, water and fire that gave birth to life; to the animal species that have resisted domestication and are still “wild”; to the remote tribes whose “primitive” way of life is largely untouched; and to surviving examples of the earliest forms of human settlement and organisation. This voyage represents a form of planetary anthropology. Yet it is also designed to propose that this uncontaminated world must be preserved and, where possible, be expanded so that development is not automatically commensurate with destruction.”
La distruzione dell’ambiente è parte integrante della storia personale di Salgado: nato nel 1944 ad Aimorés, piccolo centro immerso nella foresta amazzonica, ha visto progressivamente sparire l’immenso patrimonio boschivo della sua terra. Laureato in economia, ha lavorato per anni alla World Bank, durante i quali ha viaggiato estesamente in Africa e ha scoperto la sua passione per la fotografia. Nel 1979 ha cominciato a lavorare per la Magnum Photo dove è iniziata la sua ascesa vero il riconoscimento internazionale, costellata da numerose mostre e volumi illustrati.
La ricerca di Salgado è un’instancabile viaggio attraverso un’umanità migrante e contadina e un ambiente in costante trasformazione, e quest’ultimo progetto non fa eccezione. Dopo Ruanda, Patagonia, Namibia, Galapagos, Venezuela, la nuova serie di Genesis dedicata alla Siberia del nord, recentemente apparsa sul quotidiano inglese “The Guardian”, è un inno alla purezza di uno dei luoghi più inospitali della terra, sorprendentemente vitale e animato da specie vegetali e animali e dalla tribù nomade dei Nenets. Le immagini del fotografo brasiliano sono caratterizzate da grande eleganza formale e contrasti di bianco e nero netti ma mai esasperati. Un lavoro in cui più che l’elaborazione digitale, è il soggetto la vera forza, espressa in modo sempre diretto ed efficace.
Per Salgado vita e opera non sono mai due concetti del tutto distinti: non produce solo immagini di una natura straordinaria e semisconosciuta, ma pianta anche alberi nelle aree disboscate della foresta amazzonica. L’uomo che scattava fotografie e piantava alberi: una nuova storia per Jean Giono.