Verona. Continua la vendita del patrimonio pubblico.
Prima Castel San Pietro, il palazzo ottocentesco situato sulla collina più celebre di Verona. Poi anche Palazzo Forti e Palazzo del Capitanio, due simboli della storia e del mecenatismo cittadino. Ora la Fondazione Cariverona acquista dagli enti pubblici un altro immobile storico di pregio nel cuore del centro storico. È il quattrocentesco palazzo Bottagisio, edificio sottoposto a tutela storico–artistico–monumentale, decorato da finestre gotiche in marmo, scalone barocco, soffitti lignei a cassettoni, affreschi e statue
Prima Castel San Pietro, il palazzo ottocentesco situato sulla collina più celebre di Verona. Poi anche Palazzo Forti e Palazzo del Capitanio, due simboli della storia e del mecenatismo cittadino. Ora la Fondazione Cariverona acquista dagli enti pubblici un altro immobile storico di pregio nel cuore del centro storico. È il quattrocentesco palazzo Bottagisio, edificio sottoposto a tutela storico–artistico–monumentale, decorato da finestre gotiche in marmo, scalone barocco, soffitti lignei a cassettoni, affreschi e statue. La Provincia di Verona ha stabilito di venderlo alla fondazione bancaria per circa sette milioni di euro, più un altro milione che sarà versato come contributo per la messa a norma e ristrutturazioni di istituti scolastici provinciali.
La Cariverona acquisterà l’edificio per quasi un milione di euro in meno rispetto al prezzo iniziale di 8.930.000 euro (non soggetti a IVA) base dell’asta bandita dalla Provincia il 17 maggio 2011 e andata deserta. L’acquirente si impegna a restaurarlo e potrà chiedere il cambio di destinazione d’uso per un eventuale utilizzo terziario-commerciale che dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale di Verona.
Palazzo Bottagisio non è l’unico edificio vincolato che la Provincia ha deciso di vendere al più presto per far cassa. Con un avviso d’asta del 12 dicembre 2011, è stata messa in vendita una villa padronale e i terreni contigui in località “la Grola” a Sant’Ambrogio di Valpolicella. La maggior parte dei terreni della tenuta sono stati già venduti, come ha ricordato pochi giorni fa l’assessore provinciale al patrimonio, al bilancio e all’edilizia Stefano Marcolini: “Abbiamo ottenuto tre milioni 600mila euro, e ora resta da vendere un lotto da 80mila euro e l’altra parte, cioè la villa e 10mila metri quadrati di terreni annessi” (fonte: L’Arena). La villa, sottoposta a tutela perché di particolare interesse storico-artistico, è un edificio seicentesco a tre piani con una superficie lorda complessiva di 1.640 mq. circa. La base d’asta per il lotto comprendente la villa, un’ex cappella religiosa, un ampio porticato e un terreno di pertinenza di 5.097 mq. circa (calcolata al netto delle superfici coperte), era di euro 1.270.000,00. Una cifra che probabilmente scenderà ancora dato che l’asta per questo lotto era andata deserta.
La Provincia vende i suoi beni per rispettare il patto di stabilità e mettere in sicurezza le scuole. È la «spending review» che impedisce agli enti locali di far fronte ad alcuni servizi necessari ai cittadini o sono gli enti locali a scegliere di vendere il patrimonio immobiliare pur di non rinunciare ad altre spese, forse non necessarie? Non è facile rispondere, ma è certo che prima o poi rimarrà ben poco da vendere e non ci saranno più mecenati intenzionati a donare i propri immobili di pregio alla comunità. Il caso di Palazzo Forti ceduto al Comune di Verona dal suo proprietario e rivenduto dall’amministrazione comunale resta esemplare.