Cinema

Su Re

Cristina Lucarelli

L’umana rappresentazione di Cristo in chiave sarda per mano del regista Giovanni Columbu, in un’impresa tra il sacro e il profano.

Un’opera in bilico tra il sacro e profano, che segna un ritorno travagliato ma desiderato: con Su Re torna, dopo dodici anni e il film Arcipelaghi, il 63enne Giovanni Columbu. Una pellicola che è in sé una sfida temeraria e orgogliosa, commovente e necessaria per poetica del regista stesso. Stampate su un paesaggio di natura quasi infeconda, scorrono le immagini illuminate di crepuscolo del Cristo sardo. Immediatamente invasi da echi pasoliniani ci si ferma per andare oltre. Il Gesù di Columbo  non è quello che abbiamo conosciuto sino ad ora: è un uomo quasi spartano, lontano dall’iconografia classica, in una terra allo stesso modo poco accogliente, quel nuorese cesellato da un artista triste.

La storia la sappiamo tutti. Tratto dai sinottici, il film si basa sui quattro vangeli: Giuda, i sacerdoti del Tempio, l’ultima cena, il giardino dei Getsemani, crocifissione, morte e resurrezione di Cristo. Il tutto in sardo e sottotitolato in italiano. Sono pochi e reiterati dialoghi, perché la parola si lascia alla mimica dei volti: ora accigliati, ora addolorati. Soprattutto quello di Fiorenzo Mattu, un Cristo rude, la cui divinità sta nell’essere consapevolmente tanto umano quanto chiunque altro. Ma non dimentichiamo neanche i comprimari, attori non professionisti che riescono comunque ad incantare, in una sorta di magico rituale collettivo. In questa eucarestia locale, ma potente allegoria della messa universale, affiora la colpa di Gesù, con quei richiami allo splatter mostratoci in precedenza da Gibson, con il suo discutibile The Passion.

Insulti e torture, dubbi, pregiudizi, astio, le tappe del martirio, che cadono a strapiombo sul capo di Su Re. Così terreno da essere quasi palpabile, così corporeo e materico, visivamente forte, pittorico, manca però di un elemento che lo avrebbe certamente condotto ad uno step successivo. Pecca in spiritualità questo Su Re, tradendo così le aspettative iniziali, dopo uno start assolutamente coinvolgente in tal senso. Un sapiente gioco di flashback e flashforward, un montaggio irregolare e una fotografia primordiale per scandire il ritmo di una vita già decisa a priori, ma raccontata in una maniera diversa. Seppur con qualche difetto, Su Re si dispiega con rara potenza, ma anche con la giusta intimità, e percorre la storia di un dolore primitivo e ruvido, filtrato attraverso lo sguardo coraggioso del regista. Un racconto quasi neorealista che divampa per drammatica sincerità.


Dettagli

  • Titolo originale: Id.
  • Regia: Giovanni Columbu
  • Fotografia: Massimo Foletti, Uliano Lucas, Emilio Della Chiesa, Leone Orfeo
  • Musiche: /
  • Cast: Fiorenzo Mattu, Pietrina Menneas, Tonino Murgia
  • Sceneggiatura: Giovanni Columbu, Michele Columbu

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