Vetrina. “Belushi”
Belushi il divo e Belushi l’uomo: due figure quasi indipendenti emergono dai bellissimi disegni di Matteo Manera e dalle parole essenziali di Alberto Schiavone.
Il John Belushi attore lo conosciamo tutti. Il John Belushi uomo sfugge, inevitabilmente, ai più. Alberto Schiavone e Matteo Manera, con il graphic novel Belushi – In missione per conto di Dio, gli rendono meritatamente omaggio. Ed è un sentito omaggio tanto all’attore, espressivo, fisico, dal talento irriverente ed eccessivo, quanto all’uomo, una personalità autodistruttiva che non è mai riuscita a trovare la serenità che avrebbe meritato, nonostante una moglie che lo amava e un amico fedele come Dan Aykroyd.
Dai disegni di Manera, essenziali ma mai frettolosi, e dalle – poche – parole di Schiavone emerge un personaggio che non riesce mai a farsi persona, non riesce mai ad essere veramente autentico, genuino. Belushi viene rappresentato come il fantasma di se stesso anche quando era ancora in vita. Il suo successo esplosivo e totale ha contribuito a far passare in secondo piano la figura di un uomo fragile e problematico. Nonostante accanto a lui ci fossero persone che lo amavano e lo sostenevano Belushi non è riuscito a gestire il suo successo, ricorrendo all’oblio che trovava solo nelle droghe. Ed è significativo che il graphic novel alterni pagine di narrazione della vita e della carriera dell’attore statunitense a pagine occupate solamente da una semplice immagine, ripetuta sempre uguale: una banconota arrotolata e una pista di cocaina pronta per essere sniffata. È come se la comprensione dell’essere umano John fosse costantemente preclusa perché sostituita dalla droga, dall’oblio di sé, da una propensione per l’eccesso che nascondeva soltanto una fragilità mai davvero accettata.
Il merito di quest’opera sta nel coinvolgere totalmente il lettore nella vita del suo protagonista, tratteggiandolo con una sorta di pudore, di delicatezza, in punta di piedi, quasi a non voler entrare in quella che, in fondo, è soltanto una vita spezzata. Durante la lettura il presagio della fine si fa sempre più insistente ed invasivo, come se il destino di Belushi fosse già scritto ancora prima di compiersi. Nonostante questo si giunge all’ultima pagina impreparati. Perché Manera e Schiavone sono riusciti a dare il senso di una vita interrotta anzitempo proprio con il ritmo della narrazione, una specie di corsa folle che finisce, inevitabilmente, contro un muro.
È così che il Belushi uomo non è riuscito a sopravvivere al Belushi attore. E in questo senso è sicuramente premonitrice una battuta dello stesso John: “vivi veloce, muori giovane e lascia dietro di te un cadavere gradevole”.
- Genere: Graphic novel