Vetrina. “Shikasta”.
Che siate o meno appassionati di fantascienza la lettura di Shikasta, scritto da una Doris Lessing in stato di grazia, è un’esperienza da fare senza indugio.
I lettori che conoscono e apprezzano i romanzi di Doris Lessing potranno rimanere stupiti oppure perplessi dalla scelta, da parte dell’autrice, di pubblicare un libro di fantascienza che, in realtà, costituisce solo il primo capitolo della saga in cinque romanzi intitolata Canopus in Argos: Archivi, che la tenne impegnata dal 1979 al 1983.
Eppure basta abbandonarsi alla lettura delle vicende narrate nel libro per ritrovarsi catapultati in un altrove meraviglioso nel quale l’autrice ci accompagna ad esplorare un mondo che, man mano che si procede nella lettura, ci sembrerà sempre più familiare, come se fosse un territorio interiore già nostro ancora prima di conoscerlo.
Questo non significa che la lettura di Shikasta sia facile ed immediata, anzi: in molti punti la struttura narrativa risulta discontinua e difficile da seguire, proprio in virtù dei vari registri adottati dall’autrice, ma questo non diminuisce la forza letteraria di certi brani e certi passaggi, in cui lo stile della Lessing emerge prepotentemente.
Fin da subito si comprende come alla Lessing non interessi tanto l’aspetto esteriore degli esseri e delle cose che descrive, quanto, piuttosto, l’aspetto psicologico ed emotivo, che è anche quello che permette al lettore di provare empatia per le creature che popolano il pianeta immaginario di Shikasta e l’Universo che lo circonda.
Leggendo le descrizioni che costellano il romanzo della scrittrice britannica, descrizioni di paesaggi e di creature affascinanti, viene spontaneo pensare ad un film come Avatar di James Cameron. Naturalmente è solo una supposizione ma non sarebbe strano se il cineasta americano avesse letto la saga di Canopus in Argos, traendone in parte ispirazione per il suo film più ambizioso. La dolcezza e la gentilezza di alcune delle creature descritte dalla Lessing (su tutti i Giganti, creature pacifiche ed ancestrali, in sintonia con la natura che li circonda), la loro saggezza, il loro essere in sintonia col mondo a cui appartengono ricorda molto l’atmosfera ricreata da Cameron per il pianeta dei Na’vi.
Ma è altrettanto importante sottolineare come la narrazione della Lessing rappresenti anche una profonda critica sociale, fortemente ancorata alla nostra storia passata e presente, ed è evidente che proprio questo è l’aspetto che più preme all’autrice. Non è un caso, infatti, che, dietro Shikasta, si celi, in realtà, la Terra, con la sua storia di guerre e colonialismo, inevitabili distruttori di ogni tentativo di pacifica convivenza fra le diverse popolazioni.
- Genere: Romanzo; fantascienza
- Altro: Traduzione di Oriana Palusci.