Libri

Vetrina. “Dio si è fermato a Buenos Aires”

Mariangela Sapere

Paolo Piccirillo e Marco Marsullo, giovani promesse (mantenute) della narrativa italiana, esplorano i barrios di Buenos Aires.

Cosa accade quando due giovani scrittori si recano per un mese a 11mila chilometri dall’Italia? Accade che viene fuori Dio si è fermato a Buenos Aires, un racconto di viaggio sull’Argentina di oggi, indissolubilmente legata ai dolorosi fatti di ieri.

Marco Marsullo e Paolo Piccirillo hanno preso l’aereo il 31 dicembre 2013 e dopo un singolare capodanno in quota sul Sahara, sono atterrati sulla pista di Ezeiza, nella città che uno dei due (Piccirillo) sognava di vedere sin da bambino. Tra i propositi dei due amici, c’è quello di incontrare Javier, il figlio di Elisa una desaparecida. Javier è un nieto recuperado. Sua nonna, è stata prima una madre e poi una “abuela”, di Plaza de Mayo: una delle donne, ormai anziane, che lottano per ritrovare i nipoti mai visti, dopo aver cercato invano i figli, rapiti, torturati e uccisi dal regime di Videla. Ovunque in Argentina è diffusissimo l’invito “resolvé tu idendidad ahora” – rivolto ai giovani nati tra il 1975 e il 1980 – a cercare nel proprio DNA una nuova verità. Una nuova nascita.

Con occhi da italiani, Marco e Paolo vanno in giro, in attesa dell’incontro. Inutile dire che il loro viaggio sarà costellato dal tango, da Maradona e dal calcio. Ci portano con loro mentre fanno i turisti, quando vanno allo stadio, quando si rifugiano al fresco di un museo – giurando di non tornarci mai più – quando si emozionano all’ESMA, dove centinaia di coetanei hanno passato gli ultimi mesi di vita, l’agonia prima del vuelo definitivo.

I due tanos non mancano di fare quello che un po’ ci si aspetta da loro, divertirsi. Abbordano in modo irresistibile due ragazze argentine, solo per hablar!, per poi ritrovarsi a passare il weekend in una casa sperduta nella pampas, ad assaggiare il mate e l’asado fatti come si deve.

Un libro che si legge in fretta, in cui la leggerezza si alterna a momenti seri, come certi temi richiedono, con la stessa rapidità con cui si alternano i punti di vista di Marsullo e Piccirillo. Ritroviamo nelle parti divertenti il Marsullo che conosciamo, così come altrove emerge la scrittura sentita dell’autore de La terra del sacerdote. Ma anche è bello scoprire che, nel lavoro a quattro mani, i due spesso si scambiano i ruoli.

Il romanzo è meno “on the road” di quanto ci si potrebbe aspettare, ma questo non è un punto di demerito, anzi: Paolo e Marco, sono giovani e curiosi, e guidano se stessi e i lettori alla scoperta di un pezzettino di Argentina, intuendo e sapendo trasmettere la sensazione di un popolo irrisolto, che tenta di chiudere un capitolo mettendo le cose al loro posto. Per quanto è possibile.


  • Genere: Romanzo

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