Vetrina. “News”
Come sono, ma soprattutto come dovrebbero essere diffuse le notizie per sconfiggere l’indifferenza dilagante? Ce lo spiega Alain de Botton nel suo saggio News. Le notizie: istruzioni per l’uso.
Schiacciate dalla portata del loro stesso flusso, le notizie oggi rischiano di essere per lo più una distrazione o un rumore di fondo incapace di scuotere significativamente l’indifferenza del pubblico.
Questa la premessa di News. Le notizie: istruzioni per l’uso (Guanda) dello scrittore e presentatore televisivo svizzero Alain de Botton, un libro-reportage costruito intorno a frammenti di notizie che si propone – in una dimensione che lo stesso autore definisce “utopica” – da una parte una riflessione su cosa rappresentano oggi le notizie e quali sono i loro effetti sul pubblico; dall’altra tenta di immaginare le caratteristiche dell’informazione in un mondo ideale, analizzando le necessità profonde che essa dovrebbe soddisfare.
Attraverso estratti di articoli di diverse testate mondiali, De Botton prende in esame sei tipologie di notizie: politica, esteri, economia, personaggi famosi, catastrofi e consumi. Ciò che ne emerge è un modo di fare informazione caotico e frammentario, rapido e impersonale, affetto da una costante neutralità che genera un provincialismo globalizzato.
Al contrario, secondo lo scrittore – da anni impegnato in progetti trans-mediali che si propongono di adoperare approcci filosofici nella vita quotidiana – “per trovare affascinante una notizia qualsiasi abbiamo bisogno di sapere dove ‘metterla’, il che significa collegarla a un problema di cui siamo già a conoscenza”. Il mondo dell’informazione dovrebbe dunque, al pari del coro nelle tragedie greche, orientare i sentimenti del pubblico sostituendo il flusso delle vicende con una narrazione atta a contestualizzare in maniera approfondita le azioni dei personaggi servendosi di un linguaggio ricco di dettagli e capace di dar vita a una successione di cifre e grafici o a una serie di nomi esotici.
In sostanza il giornalismo, come l’arte, dovrebbe essere un “un mezzo terapeutico che contribuisce a guidare, incoraggiare e consolare il pubblico aiutandolo a migliorarsi”. Se da una parte il saggio di de Botton risulta leggermente ampolloso, ridondante e retorico (come quando l’autore ci ricorda che “ abbiamo bisogno di lunghi viaggi in treno senza connessione wi-fi per guardarci dentro senza distrazioni”), se insomma l’autore è un po’ il “Coelho del giornalismo”, è anche vero che il testo rappresenta un’occasione per interrogarsi su ciò che sono e potrebbero essere i mass media. Quanto poi a ciò che dovrebbero essere, certamente la tesi dell’autore farà alzare più di un sopracciglio.
- Genere: Saggistica