Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God
Il premio Oscar Alex Gibney indaga sui crimini di pedofilia all’interno della Chiesa Cattolica tra Verona e Milwaukee e sul silenzio del Vaticano.
Poteva solo essere lontana dai suoi pensieri l’eventualità di un grande rifiuto da parte di un Papa al momento della produzione del documentario Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God. Il film diretto da Alex Gibney è nato sotto la “buona” stella del rinvigorirsi dello scandalo pedofilia tra le navate del Vaticano in seguito all’abbandono del trono Vaticano da parte dell’attuale Papa emerito Benedetto XVI essendo proprio quello il tema principale di Mea Maxima Culpa. Indagando sulla storia della sessualità nella Chiesa Cattolica, Gibney risale agli eventi della St. John di Milwaukee, una scuola evangelista diretta tra gli anni Sessanta e Settanta da padre Lawrence Murphy, responsabile di aver abusato di centinaia di bambini sordomuti.
Il metodo registico è lineare, sacrifica il cinema per venerare la televisione a cui appartiene essendo un prodotto della HBO, le interviste e la voce d’un narratore sono l’ingrediente principale, le parole e i segni delle vittime il motore. Dubbi non ve ne sono sulla veridicità dei racconti, né sul talento di Gibney nel voler essere il più aggressivo possibile nei confronti del suo imputato, si comporta da giudice coinvolto senza lasciare scampo alle mura del Vaticano. Sia dall’esterno che dall’interno attacca lo Stato riconosciuto da quasi tutto il Pianeta, con coraggio associa foto di Mussolini ed Hitler al crimine della creazione di quel paese, non avendo alcuna intenzione di non fare di tutta l’erba un fascio: tutti sono coinvolti, specialmente i cardinali ed il Papa.
Salutiamo così la “rivoluzione” di Papa Francesco I, con il riconoscimento del suo peccato, della conoscenza e del silence della casa di Dio gestita da personalità ritenute da tutti rispettabili, pasciute nelle loro immunità diplomatiche, forse colpevoli d’ignavia, forse dell’aver voluto preservare il potere non ammettendo che un semplice prete potesse aver sbagliato. Nessuno fino ad oggi era stato così aperto nell’accusare Papa Giovanni Paolo II di aver celebrato alcuni tra i più noti pedofili della Chiesa, nessuno avrebbe mai pensato che cose simili potessero esser dette e rimaner impunite. Eppure così è stato per Gibney, un regista arrogante e cosciente di questo, forte della sua superbia, inviato in un girone infernale che nessuno di noi vorrebbe fosse vero. Eppure lo è, anche sotto le porte di casa nostra.
Dettagli
- Titolo originale: Id.
- Regia: Alex Gibney
- Fotografia: Lisa Rinzler
- Musiche: Ivor Guest
- Cast: /
- Sceneggiatura: Alex Gibney