Vetrina. “Le attenuanti sentimentali”
La brillante autofiction di Antonio Pascale: la vita di uno scrittore divisa tra riflessioni argute e divertenti sul mondo, sui sentimenti e sulla razza umana, immersa in una Roma caotica.
Non è un romanzo ma un giro in bicicletta, così è dichiarato nella quarta di copertina. Le attenuanti sentimentali, ultimo lavoro di Antonio Pascale, di cui lui è autore, narratore e protagonista, è un’armonia di temi, osservazioni, polemiche, citazioni, dialoghi, episodi che vanno a comporre un quadro divertente e sfaccettato della nostra contemporaneità.
Pascale interpreta se stesso, definendosi uno scrittore in cerca di ispirazione che non pubblica un romanzo da sei anni. L’illuminazione scaturisce dalle parole di una sua amica: «Fai otoficsiòn (..) Parti dal seguente concetto: ora tutto è pubblico. Chi ti accusa di essere ombelicale lo fa, in genere, da un blog, nel quale racconta la sua giornata».
Lui segue il consiglio, fa autofiction, partendo da fatti minimi, normali e costruendo storie. E noi saliamo in bicicletta con lui nella Roma trafficata e in quella allagata, andiamo alle feste della sua amica Paola, produttrice trentenne fortemente empatica, frequentiamo gli ambienti degli intellettuali sinistroidi, conosciamo Giacomo, filmmaker che da dieci anni prova a realizzare il film d’esordio, il meridionale Luigi, pittore e libertino. Familiarizziamo con i suoi figli, Brando, fissato con la Roma e Marianna che a dodici anni comincia a dire parolacce, ma soprattutto conosciamo lui, un Antonio Pascale iracondo, polemico, ironico, che arriva sempre in anticipo perché ha la fissa di far tardi.
Il filo conduttore è un documentario sui sentimenti dal titolo C’è chimica tra noi che lo scrittore vuole farsi produrre da Paola. Così eventi che fanno parte della vita sociale, personale e lavorativa – lui è un dipendente del Ministero per le Politiche agricole – diventano spunti di riflessione, elucubrazioni di un insonne, in un caleidoscopio di elementi scientifici, teorie sulla vita, sui sentimenti, sugli uomini meridionali, sui rapporti tra i sessi…
Pascale è ironico, pungente, diretto nell’esprimere punti di vista decisi e politicamente scorretti su temi come l’inquinamento o il bio. Il libro scorre veloce, lo stile è divertente: con leggerezza si alternano cenni sulla storia della coltura del grano, report scientifici, brani sulle scarpe da donna fetish e citazioni tratte dalla cultura contemporanea. Le riflessioni di Pascale sono intelligenti, taglienti, argomentate e talvolta ciniche. Man mano che si procede gli episodi, apparentemente scollegati, si articolano in una trama che funziona alla perfezione e che rivela il tema fondante, quello del caos.
- Genere: Romanzo; auobiografia