DoctorClip 2013
Torna DOCTORCLIP, il primo festival italiano di videopoesia: due giorni di proiezioni, performance e approfondimenti sull’eclettico mondo delle arti elettroniche.
Si è conclusa ieri la quarta edizione di DOCTORCLIP, festival biennale di videopoesia – il primo del genere in Italia – che il 24 e il 25 ottobre ha riempito il Nuovo Cinema Aquila di Roma di ospiti nazionali e internazionali offrendo al pubblico un’accurata selezione delle migliori opere attualmente in circolazione.
Il festival, promosso da romapoesia, è entrato subito nel vivo con il focus sullo Zebra Poetry Film Festival, il festival di videopoesia più prestigioso d’Europa che si tiene ogni due anni a Berlino, la cui settima edizione si svolgerà dal 16 al 19 ottobre 2014. A parlarne Thomas Zandergiacomo, program director dello Zebra dal 2006, che per DOCTORCLIP ha preparato una selezione di 12 tra le migliori videopoesie dell’edizione 2012 sorprendentemente diverse per stili e tecniche impiegate: si va infatti da riprese dal vero con inserti animati (Le fiamme di Nule di Carolina Melis, First Death in Nova Scotia di John D. Scott) a videoperformance (Dialog über Österreich di Gerhard Rhum, Why I write – Verses in Exile#1 di Kosal Kiev) alla computer animation (LittleTheater di Stephenie Dudley, Dear Pluto di Joanna Priestley, Render, Render di Thomas Lux, Balada Catalana di Laen Sanchez). La serata è poi proseguita con “Panoramas”, una nuova sezione dedicata ai video fuori concorso, tra cui meritano una menzione Low tide della serba Marina Cetckovic e Piccola Cucina Cannibale di Alberto Girotto.
A chiudere la prima, intensa giornata di DOCTORCLIP un interessante focus sulla videoarte – di cui si festeggiano quest’anno i 50 anni – con interventi di Caterina Davinio, tra i pionieri della poesia digitale e Marco Maria Gazzano, studioso di cinema, arti elettroniche e teorie dell’intermedialità.
Davinio si dice piacevolmente colpita nel vedere che quelli che negli anni 80 e 90 erano solo esperimenti amatoriali siano oggi così seguiti e praticati con una professionalità elevata anche in Italia; a tal proposito l’artista rivolge un sentito ricordo a Gianni Toti, poliedrico artista tra i primi in Italia a comporre video-poem-opere che ancora oggi impressionano per profondità e stile.
Il Professor Gazzano invece presenta le opere da lui selezionate appositamente per DOCTORCLIP , alcune delle quali inedite e frutto di un grande lavoro di ricerca e restauro (e a tal proposito fanno riflettere le parole dello studioso circa la mancanza di visibilità istituzionale che ha da sempre riguardato le videopoesie, e la videoarte in generale, nel nostro Paese). Sullo schermo della Sala Pasolini scorrono così le opere che hanno decretato la nascita della videoarte, da quelle, memorabili, del coreano Nam Juke Paik (Zen per TV, prima opera nonché prima regia videosatellite della storia, Electronic moon n.2, Global groove, A tribute to John Cage, This is a picture, Butterfly, Proxima count-down) a quelle altamente sperimentali di Steina e Woody Vasulka (Voice window, Art of memory); dall’indimenticabile Gianni Toti (Nebulosa testuale) a Mario Sasso (Footprint).
La seconda giornata di DOCTORCLIP inizia all’insegna del cinema scandinavo con il focus sul Festival internazionale di poesia di Oslo, uno dei più importanti festival del genere del Nord Europa, giunto quest’anno alla nona edizione. A illustrare la rassegna norvegese è la direttrice Brigit Hatlehol, promotrice di un’altra interessante iniziativa quale l’Oslo Poetry Film Festival che vede la cooperazione sinergica di poeti e musicisti elettronici. Questi eventi, spiega Hatlehol, si propongono di estendere il pubblico degli amanti della poesia in paesi dove – nonostante il governo si preoccupi di acquistare e distribuire gratuitamente 1500 copie di ciascuna raccolta poetica – i lettori si dimostrano comunque orientati verso altri generi. La direttrice si sofferma poi sulle differenze tra il cinema italiano e quello scandinavo che – come si evince dalle videopoesie selezionate dal festival di Oslo – è caratterizzato da ritmi molto più lenti, forte simbiosi tra l’artista e la natura e, soprattutto, legami molto stretti con la poesia concreta e sonora.
Dopo un originale aperitivo curato da foodhouse e i reading a microfono aperto, la serata si infiamma grazie a due notevolissime performance del Presidente della giuria Amiri Baraka. Poeta, autore teatrale, attivista politico nonché uno degli artisti americani più influenti dei nostri giorni, Baraka recita sul palco – in anteprima mondiale – The original terrorist, opera composta appena due settimane fa in occasione dello shutdown americano e Somebody blew up America, durissima poesia scritta in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001.
Appena il tempo di riprendersi e le luci della Sala Magnani si abbassano per la proiezione delle dieci videopoesie finaliste di questa edizione di DOCTORCLIP, selezionate tra le oltre 100 provenienti da più di 70 Paesi. Tra i video arrivati in finale, quasi tutti realizzati attraverso riprese dal vero, hanno ricevuto una menzione speciale a fora di Balasch, Capdevila e Zanoguera (Spagna) per la scelta di una pregevole animazione minimalista e l’intenso testo poetico; Some recollections of mortality di Fisher, Montenegro e Olivares (Cile) per l’uso equilibrato di registri espressivi diversi e per l’intreccio narrativo e The clinic di Kristian Pedersen (Norvegia) per l’originalità del soggetto e le soluzioni espressive adottate. Una menzione speciale a sorpresa è stata inoltre riservata all’intenso Meine heimat di Antonio Poce e Valerio Murat (Italia) per poi arrivare finalmente alla proclamazione del vincitore, l’intimo The Gardner di Simon Daniels (Irlanda), opera autobiografica sulla difficile relazione che lega un figlio ai genitori, premiata per il suo potere emozionale e visivo. Si conclude così, tra gli applausi del numeroso pubblico, la quarta edizione di DOCTORCLIP, applausi certamente riservati, oltre che alle opere, proprio al festival capace di regalare, in appena due giorni, emozioni intense e suggestioni dal respiro internazionale.