La seconda vita di Tyler
È in arrivo il sequel di Fight Club. Chuck Palahniuk dichiara: “sarà una graphic novel a puntate oscura e ingarbugliata”.
Cominciamo contravvenendo alla sua prima regola. No, non stiamo parlando dei Comandamenti, anche se il libro in questione è a tutti gli effetti di culto. Si tratta – lo avrete capito – di Fight Club, il primo libro scritto da Chuck Palahniuk nel lontano 1996, divenuto best seller grazie soprattutto al film omonimo del 1999 diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter e Meat Loaf (il suo nome è Robert Paulson…).
Per chi non avesse né letto il libro né visto il film, Fight Club narra di un impiegato medio e conformista afflitto da insonnia la cui vita è interamente sconvolta dall’incontro con un certo Tyler Durden, un eccentrico produttore di sapone nonché sorta di predicatore anti-capitalista e anti-borghese che gli fa aprire gli occhi sulla sua vita mediocre e sostanzialmente fittizia, e con il quale l’anonimo protagonista aprirà una serie di “Fight Club”; appunto, circoli clandestini di combattimento con un numero sempre maggiore di proseliti, bisognosi di sfogarsi contro una società parassita e ingiusta. Grazie a essi Tyler – che nel frattempo ha stretto una stramba relazione con una ragazza ancora più strana di nome Marla – organizza un vero e proprio esercito per scardinare la civiltà attraverso gesti violenti e simbolici – il cosiddetto progetto Mayhem. Quando il protagonista capirà la realtà delle cose, sarà ormai troppo tardi per fermare quel piano eversivo.
Ebbene, chi considerava il progetto Mayhem morto e sepolto dovrà ricredersi: è in arrivo il suo sequel. La notizia è stata annunciata qualche mese fa dal Signor Palahniuk in persona sul palco del Comic-Con di San Diego e, successivamente, confermata dallo stesso scrittore tramite una mail allo staff del suo sito web ufficiale. Ma, notizia ancora più sconvolgente, pare proprio che “Fight Club II” (tranquilli, non sarà questo il titolo) diventerà una graphic novel a puntate. Procediamo con ordine però: secondo quanto dichiarato dall’autore statunitense, la serie si svolgerà dieci anni dopo gli eventi narrati in Fight Club. L’anonimo protagonista si è nel frattempo sposato con Marla, da cui ha avuto anche un figlio, ma il loro matrimonio è in crisi poiché travolto dalla monotonia della periferia. I due sono dunque stanchi e annoiati e l’uomo fa costante uso di farmaci per impedire al suo scatenato doppio di riemergere. I suoi tentativi sono tuttavia destinati a fallire dal momento che Tyler – che fa da voce narrante – tornerà ad avere il sopravvento e rapirà il figlio della coppia costringendo nuovamente il suo pavido alter ego a fare i conti con il progetto Mayhem che, rivela lo scrittore, “nel frattempo è diventato segretamente il più grande apparato del mondo”.
Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza: “quando le sottoculture violente ed emarginate conquistano il potere, – ha affermato Palahniuk – diventano sempre le istituzioni del futuro. E il popolo deve sempre opporsi a loro per ritrovare la propria umanità”.
Se a ciò aggiungiamo che – sempre stando alle parole dello scrittore – nel sequel “Marla avrà un ruolo più positivo” e che “per il narratore-protagonista del primo Fight Club, la vera lotta adesso è entrare in sintonia con suo figlio e non ripetere gli errori del padre”, questo “Fight Club II” sembra allora essere estremamente più sobrio del precedente… Sembra, appunto: lo scrittore statunitense difatti subito precisa che non mancheranno “violenza, sesso perverso e roba di morti”.
Un sospiro di sollievo ci porta dunque al secondo aspetto della questione: la formula della graphic novel a puntate. Tale scelta pare motivata da due ragioni fondamentali:la prima è che l’autore la ritiene “la forma migliore per il sequel di Fight Club, considerando la storia e il pubblico dell’opera. Un film e un libro insieme” – osservazione inappuntabile dal momento che, come detto, è stato proprio il film a dare una grossa spinta all’edizione cartacea; la seconda riguarda i vincoli contrattuali che obbligano il Signor Palahniuk a pubblicare nuovi romanzi non prima del 2016. La realizzazione grafica in serie permetterebbe dunque di bypassare tali clausole, consentendo il lancio del sequel addirittura prima del 2015. Per quanto riguarda invece il presunto editore, niente è stato ancora deciso: l’autore sta infatti ancora valutando proposte di collaborazione con varie case di fumetti, tra cui la Marvel e la Dc.
L’opera dunque è ancora in progress e risulta pertanto difficile emettere giudizi a riguardo. Tuttavia le perplessità e gli interrogativi sono tanti: era proprio necessario un seguito di Fight Club? È una storia sentita o il mero frutto di calcoli commerciali (il che è ancora più paradossale se si pensa alle tematiche che l’opera stessa tratta)? Non si rischia di rovinare un romanzo di culto? E la formula della graphic novel è davvero la migliore o è solo un escamotage? Sarà questa un ostacolo per gli amanti del romanzo tradizionale o al contrario riuscirà ad ampliare il pubblico dei lettori di “romanzi grafici”? Domande da un milione di dollari, certo. È altrettanto vero però che, se a tutta prima la notizia di un “Fight Club II” ha più l’odore dei soldi che quelli del sangue e del sudore, è anche vero che l’impazienza che lo scrittore sembra provare nel portarlo a termine, unita a certe sue dichiarazioni come “sono uno scrittore migliore adesso. Non mi sarei imbarcato in un progetto del genere, se questo non mi stimolasse”, lasciano di certo presagire qualcosa di buono (visto il soggetto, si fa per dire).
Non resta allora che aspettare il 2015 e sperare nella buona qualità di un’opera che, non ancora nata, porta già con sé il peso enorme di un grande libro e di un grande scrittore. Riuscirà a reggerlo? Ma forse la vera domanda è: riusciranno i fan a reggere un’attesa così lunga?